Di Paola Aspri
Le donne sono sempre un mistero, una nebulosa realtà che avvolge e coinvolge gli uomini.
In questo caso ed essere coinvolto dal testo di Valentina Capecci è stato Massimo Natale che ha curato la regia di “Due donne e un delitto” e in più ha diretto sua moglie Silvia Delfino.
Ad affiancare la verve di Silvia, Giorgia Wurth, un’attrice che ha spaziato e spazia nella commedia all’italiana (tutti ricordano la saga dei “Maschi contro femmine” ed “Ex” di Fausto Brizzi) e che qui raffigura una donna ricca, agiata che ha ottenuto tutto ciò che voleva, trovandosi a contatto con la realtà dell’amica, al contrario povera, colta, rabbiosa che cerca disperatamente di uscire da un periodo disgraziato.
Molto amiche in passato si ritroveranno per una situazione a dir poco imbarazzante, tra di loro c’è un cadavere che pesa non poco sul destino delle due.
Un rapporto fatto di recriminazioni, di astio, di invidia che riporta a galla il difficile rapportarsi con lo stesso sesso senza venirne fuori con le ossa rotte.
Raccontare la trama dello spettacolo diventa complicato, troppe sono le sfumature dei caratteri in scena, non vi resta allora che andarlo a vedere lasciandovi la curiosità di andare a scovare meccanismi irrisolti sulla figura femminile e su come sventare un delitto per non rimanerne coinvolti. Si replica al Teatro Ambra Garbatella fino al 18 gennaio.