Al Teatro Ghione: “Il Mercante di Venezia”

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Di Paola Aspri

I 20.000 spettatori romani che hanno visto “Il mercante di Venezia” sono sicuramente buoni intenditori di teatro, ma anche ottimi sentori di uno spettacolo che vive di suggestioni visive e musicali. “Il mercante di Venezia”, in scena in questi giorni al Teatro Ghione, anche se scritto da Shakespeare e proposto in tante versioni, nell’adattamento del maestro Giorgio Albertazzi, vive le ombre e le luci di tanti drammaturghi e sembra di scorgere qua e là pezzi di drammaturgia strindberghiana, goldoniana, ma anche Sartre si intravede tra un dialogo e l’altro, tra una apparizione e stordimento narrativo. Una commedia dove anche il piccolo personaggio diventa protagonista di una corale messinscena, grazie anche alla arguta realtà teatrale che Albertazzi ha messo su, aggiungendo alla sua saggezza e maestria di interprete, una schiera di attori giovani talentuosi che insorgono qua e là sulla scena a ravvivare e rivoluzionare il già esplosivo Shakespeare. Senza stravolgere totalmente le parole del Bardo, Giorgio Albertazzi gioca con un assunto di per sé pieno di significati e riempie il suo ruolo di umanità, pur rappresentando un uomo cinico e attaccato ai soldi. Shylock non è solo lo strozzino, il deriso ebreo che tutti detestano in una Venezia dove gira ricchezza ed estrema povertà. Shylock è il tramonto, la deriva di una condizione umana e si rispecchia in Antonio, in Porzia, insomma in tutto ciò che è in essere e in divenire. Ne viene fuori un ritratto particolare, dove Shylock diventa tutto e il contrario di tutto, finendo in una condizione di debolezza assoluta, mettendo in discussione ogni sua legge che ha sempre escluso la misericordia per l’uomo. E ‘inutile dire che Giorgio Albertazzi è eccezionale nel suo personaggio e sembra incredibile che a 91 anni un artista a tutto tondo possa regalare ancora interpretazioni così emozionanti con quell’incredibile ironia sottile che contraddistingue ogni battuta del maestro. Bravissimo anche Franco Castellano, nei panni di Antonio, con la forza e la fragilità che si addice alla sua figura di amico fraterno (innamorato non riconosciuto) di Bassanio. Convincente e con una presenza scenica di rilievo Stefania Masala, una Porzia che gioca con l’amore come con la vita, vincendo la partita più difficile, travestendosi da giureconsulto con Shylock. Paolo Trevisi, Francesco Maccarinelli, Diego Maiello, Ivana Lotito, Cristina Chinaglia, Simone Vaio, Vanina Marini, Alessandra Scirdi, Erika Puddu, Francesca Annunziata, completano una compagnia eccezionale. La regia è di Giancarlo Maccarinelli, i costumi di Daniele Gelsi, e le fantastiche scene di Paolo Dore, una cornice che insieme alle musiche delinea quasi una Venezia fiabesca, nonostante scorra una verità sempre valida per ogni epoca. Da vedere. Si replica fino all’8 febbraio.

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