Di Paola Aspri
Michela Andreozzi e Luca Monetti scrivono un testo sul Festival di Sanremo, quasi un ammiccamento voluto e un successo annunciato quello di metterlo in scena a pochi giorni dall’evento più atteso dell’anno. Eppure nonostante questo, l’assunto in questione, è una trovata riuscitissima, perché ben congegnata e originalmente servita dagli attori, che in questo caso fanno la differenza. Sono proprio i personaggi di “Festival”, sottotitolo “Perché nessuno è come sembra”, a far decollare la pièce, ognuno a suo modo impersonifica la realtà che stiamo vivendo. Una fotografia soddisfacente dello spettacolo, del mondo mediatico e dei soprusi e abusi sull’identità del “Saranno famosi”. Il carattere di “JJJ” personificato da un eclettico e generoso Massimiliano Vado (“Centovetrine”), è il prototipo della perfetta star esibizionista, costruita alla perfezione per un pubblico di varie età che vuole la spettacolarizzazione a tutti i costi. “Il Boss”, interpretato da Nick Nicolosi, è il classico manager pacchiano e volgare che fa di tutto per creare una macchina per far soldi.
In questo caso, è il manipolatore della situazione, quello che ha costruito le vite degli altri attraverso la falsificazione della propria condizione reale. “JJJ” raffigura proprio questo, un uomo che alla vigilia del Festival di Sanremo ha una crisi e vuole gridare al mondo il suo vero io.
Meglio non svelare il finale, basta dire che il cantante osannato dalle folle è un gay dichiarato che vive con un opinionista televisivo, conosciuto ai più per un reality e che deve la sua fama per essersi dichiarato “diverso”. Intorno a loro, Maria, la segretaria del “Boss”, il brutto anatroccolo che diventa cigno, innamorata da sempre di “JJJ”. A dare voce a questa donna singolare è Roberta Garzia che da “Pechino Express” sbarca direttamente sul palcoscenico del Teatro 7, dando vita ad una meravigliosa interpretazione, piena di sfumature, di divertenti trovate e di una tenuta scenica che si adegua ad ogni cambiamento di registro attoriale da parte dei compagni di scena. Sergio Zecca è un delizioso Mimi, un ruolo senza sbavature che veste con adeguata ironia, senza essere caricaturale, nonostante gli stravaganti travestimenti simil “Vizietto”.
Vania Lai è bravissima nei panni di “Dolcemorte”, una cantante invidiosa del successo di “JJJ” e sempre al seguito per carpirne i segreti della sua celebrità. La regia di Michela Andreozzi è a coronamento di una commedia che funziona, con installazioni visive che denunciano la realtà musicale del protagonista e voci registrate di attori famosi, come Rocco Papaleo, Alessandro Pieraccioni, Pino Strabioli e Claudia Gerini. Si replica fino al 15 febbraio.