Di Paola Aspri
“Non c’è due senza te”, è in scena in questi giorni al Teatro Golden, e festeggia la sua 100esima replica, grazie ai contenuti, alla generosità recitativa degli attori e alle battute al fulmicotone, scritte con ironia e con una certa modernità e acuta osservazione della realtà da Toni Fornari. Una scrittrice di romanzi si divide tra due mariti, giustificando le continue assenze per lavoro. Il tema della bigamia diventa il fulcro principale della pièce che si regge su dei meccanismi interpretativi particolarmente dinamici con dei cambiamenti repentini di situazione. Claudia Campagnola sulla scena è una donna che vive una doppia realtà sentimentale, dividendosi con affanno tra Giorgio, metodico matematico e Danny, un musicista sognatore, disordinato e volubile come la sua musica. La scena raffigura due ambienti dove la nostra protagonista si imbatte in diversi situazioni quotidiane, mostrando una vita caotica che la porta ad essere appagata e felice. Nei panni del rassicurante professore intellettuale, Matteo Vacca, puntuale, meticoloso, ripetitivo, un po’ petulante, preciso nel dare al suo personaggio gli input giusti che contraltano con le caratteristiche deflagranti delle donne in scena. Alla confusa e brillante interpretazione di Claudia Campagnola, si aggiunge la effervescente Carlotta Proietti, una figlia d’arte degna di tale padre che da il meglio di sè nel caricaturizzare il suo ruolo di editrice. Sara diventa così un susseguirsi di equivoci esilaranti che scatenano nel pubblico una condivisione e attenzione allo spettacolo. In certi momenti, Carlotta Proietti, ricorda Anna Marchesini, sviscerando nei movimenti e in certe intercalate comicali Paola Cortellesi, specialmente quando Sara confusa dal momento che vive, costretta a denunciare qualcosa di non edificante, si ubriaca a dismisura per trovare un coraggio da leonessa, scivolando in facili costumi da donna inebriata. A completare la compagnia Marco Morandi, un bravo figlio d’arte, misurato e allo stesso tempo in parte nell’evocare la straniante realtà dell’artista, un ragazzo poco cresciuto che si appoggia ad una moglie tuttofare ed è eternamente peter pan per la gioia della scrittrice che ritrova in lui la fantasia di cui ha bisogno. La regia di Toni Fornari è ineccepibile come il suo assunto. Il colpo di scena nella commedia è inevitabile e porta a rivalutare tutto ciò che all’inizio sembrava imperturbabile. Sogno o realtà? Sta allo spettatore scoprirlo, perché potrebbe rimanere a bocca aperta nel constatare una cosa diversa da quella che aveva realizzato. Da vedere. Si replica fino all’8 marzo.