Di Paola Aspri
La società oggi ci impone degli equilibrismi comportamentali e sociali per tirare avanti.
“Zio Pino”, in scena in questi giorni al Teatro Golden racconta le possibili varianti del vivere attraverso la storia di Lorenzo e Clelia, due fratelli che per sbarcare il lunario vanno a vivere dallo zio vecchio e malato per accudirlo e vivere con la sua pensione di 5000 euro al mese.
Sembrerebbe tutto tranquillo ma a turbare la tranquillità dei due ragazzi, un inquilino inopportuno, innamorato da sempre di Clelia e una ragazza che si presenta sotto mentite spoglie per carpire informazioni sulla reale situazione dei due giovani. Nel frattempo succede qualcosa che va a scombinare l’equilibrio della coppia di fratelli, mettendo a soqquadro tutte le certezze costruite attraverso un accomodamento di vita.
Il meccanismo della commedia porta a ridere dei vizi e delle virtù dei relativi personaggi che scivolano in situazioni paradossali.
Gli interpreti sono accomunati da un destino professionale affermato, sia Stefano Fresi che Euridice Axen e Simone Montedoro, sono acclamati attori televisivi e cinematografici che ne fanno i beniamini del pubblico teatrale del Teatro Golden.
Stefano Fresi nel personaggio dell’inquilino rompiscatole, divertente non poco, estremizzando i lati euforici della sua personalità da musicista e saltimbanco della realtà.
Simone Montedoro, trasformato da un look campagnolo e anonimo, si presta alla perfezione ad un ruolo lontano dalla sua fisicità da capitano in “Don Matteo” , adattandosi alla mitezza stralunata di Lorenzo. Euridice Axen è esplosiva quanto basta per un carattere forte e determinato che decide i destini degli uomini che le sono accanto, compreso quello del dirimpettaio Fresi, innamorato perso e zerbinato a dovere. I tre attori sono eccezionali nel rendere giustizia ad un testo che se all’inizio scorre con un po’ di lentezza drammaturgica, si dinamizza nel secondo atto quando il coup de theatre mette scompiglio nella routine esistenziale e porta ad una serie di sorprese drammaturgiche. Il testo è scritto da Ennio Speranza, Andrea Tagliacozzo e Massimo Natale e la regia asciutta e ben calibrata è di Massimo Natale. Si replica fino al 19 aprile.