Di Paola Aspri
Quando si giunge alla soglia dei quarant’anni e oltre le donne cominciano a confrontarsi con le proprie insicurezze e allora anche l’incontro con un uomo giovane e bello può diventare fonte di problemi e causare la sindrome della non accettazione degli “anta”.
“Gatte in amore” adattato dalla sapiente scrittura di Cinzia Berni da un testo del grande Aldo Nicolaj (Due gatte randagie), diventa un pretesto divertente per evocare le paranoie di due turiste che incappano in un bell’inquilino dentro una stanza diventata un po’ stretta per contenere anche i desideri sessuali di due donne in cerca del maschio giovane e accomodante.
Rita e Vera sono molto diverse una dall’altra, hanno una fisicità agli antipodi, una è magra e nervosa, l’altra è prosperosa e accogliente come il suo carattere.
Sono amiche da tanto tempo, ma hanno uno status diverso, ma entrambe reclamano un uomo che le possa soddisfare, dopo tante delusioni e cocenti amarezze.
Lo scenario potrebbe trarre in inganno, farvi trovare di fronte ad una commedia drammatica, ma Cinzia Berni ha costruito su un assunto originariamente non brillante, una parodia della femminilità, ridere dei propri difetti senza scadere nella caricatura delle donne in cerca del turismo sessuale.
Così l’incontro/scontro con il Dio Greco sceso in una camera spoglia e poco attraente, diventa una magnifica occasione per mettere a confronto dialoghi brillanti con connotazioni attuali che si riflettono sulla platea femminile come in uno specchio.
Uno spettacolo che coniuga una interpretazione dinamica e efficace ad una visualizzazione della situazione in atto.
Spesso e volentieri vediamo l’inquilino, il bellissimo Gianluca Simbula, come mamma l’ha fatto, mettere in evidente difficoltà le due donne in cerca di una ritrovata sessualità adolescenziale.
Una finzione che diventa uno spasso per gli spettatori, deliziati dalla bravura di Cinzia Berni e Marilena Frasca, nonché dalla erculea prestanza di Gianluca Simbula.
Il finale lascia tutti senza parole, ma non vogliamo svelarvi quello che accade in tutto e per tutto, lasciate che l’immaginazione venga a voi, come in un finale dove il sogno prevale sulla realtà.
La regia è di una grande artista come Francesca Nunzi che ha saputo dirigere bene due donne senza freni, con una verve incontenibile. Si replica fino al 19 aprile.