“Vita, morte e miracoli”, in scena al Teatro della Cometa

Standard

Di Paola Aspri

30x70_VMeM-CometaEssere felici non è facile soprattutto oggi, tra il logorio della vita quotidiana fatta di affanni amorosi e dal difficile rapportarsi al prossimo senza apparire diversi, sopperendo a volte alla pochezza dei mezzi economici. In “Vita, morte e miracoli”, scritto da Lorenzo Gioielli, per la regia di Riccardo Scarafoni, (quest’ultimo ha la duplice possibilità di dirigere ed essere in scena), tutto è svolto in funzione dell’essere felici. Ogni personaggio della pièce fa del suo meglio per arrivare a raggiungere un pezzetto di serenità e contribuire a vivere meglio. La vita, in questo caso, vista dai palchi, quindi come spettatore fa ridere, ma attenti perché la riflessione amara è in agguato. Il riso e sorriso diventano un deterrente per rapportarsi a se stessi in maniera inusuale.  Marco è un uomo intelligente e sarcastico (interpretato da Riccardo Scarafoni) ed è deciso a non cedere al momento poco idilliaco che sta vivendo, perché non è certo da mettersi a ridere quando ci si trova davanti alla possibilità di decesso di un compagno che si ama. Il compagno in questione si chiama Emanuele (Francesco Venditti) ed è in coma. Ilaria (Veruska Rossi), invece ha un passato misterioso e complicato da cui si è liberata in parte, sposando D
ario
(Fabrizio Sabatucci), un uomo solido che non sa cosa sia il pericolo, perché la sua vita è semplice e preferisce che sia così. Il finale è imprevedibile e svela i segreti di tutti, sorprendendo chiunque guardi la pièce con leggerezza e superficialità. In questo caso la fine non è nota, vi lascio con la curiosità di andarlo a vedere. Si replica al Teatro della Cometa fino al 31 gennaio.

Commenti

Commenti