Sergio Muniz in “La via del successo”: Il naufrago della porta accanto che tutte le donne vorrebbero amate

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Di Paola Aspri

Sergio Muniz, bello, simpatico e uno straniero che anche con quell’accento spagnolo riesce ad essere convincente nella recitazione e un amabile conversatore. E’ stato vincitore dell’edizione de “L’Isola dei famosi” del 2004, con la mitica conduzione di Simona Ventura. E’ in scena in questi giorni al Teatro Olimpico con “La via del successo” insieme ad Amii Stewart. Lui interpreta un presentatore televisivo che invita nel suo programma le “Supremes” lo storico gruppo degli inizi di Diana Ross, un presentatore alla David Letterman che farà luce sulla storia del gruppo e ripercorrerà la musica degli anni “60” e l’aspetto sociologico dell’emancipazione dei cantanti di colore che cominciarono a diventare famosi nonostante le riserve razziali che percorrevano una buona parte dell’America. Dodici musicisti accompagnano dal vivo questa storia, eseguendo ben 26 brani che fanno da contorno alla vivacità musicale di quell’epoca. La regia è di Enzo Sanny.

“La via del successo” ha già debuttato a Napoli e a Milano, come ha risposto il pubblico a questo spettacolo?

Io non mi aspettavo questo successo trascinante, a Napoli abbiamo dovuto fermare la gente che saliva sul palco e voleva cantare e ballare insieme a noi. I Vigili del fuoco impediscono questo per sicurezza e noi ogni sera dobbiamo fermare l’assalto, peraltro piacevole di questi spettatori positivamente coinvolti.

Il cinema non fa parte dei tuoi programmi futuri?

Adesso dovrà uscire “Prima di lunedì” di Massimo Cappelli con Vincenzo Salemme e Fabio Troiano, ma non so quando decideranno di programmarlo nelle sale. Una commedia comica molto divertente.

E la televisione?

Non è tra i miei programmi, mi sto dedicando molto a teatro perché mi aiuta a crescere professionalmente.

Teatro-Olimpico-Stewart-muniz-La-via-del-successo_0Riesci a conciliare le tournée teatrali con la famiglia?

E’ molto difficile poterlo fare, la maggior parte del tempo la passo fuori casa, ma quando ci sono non faccio mai mancare il calore e l’amore per mia moglie.

Hai vinto “L’Isola dei famosi” del 2004, in questa edizione non ci sono grandi personaggi, cosa ne pensi?

E Simona Ventura dove la mettiamo, rimane sempre una grande donna, capace di vincere con la sua personalità su tutti. Neanche io poi ero una grande star quando ho partecipato, mi conoscevano molto nel mondo della moda. Comunque questa edizione non la sto seguendo, ma me la raccontano.

Questo tipo di reality ha perso un po’ di smalto dei tempi migliori?

Si, ma è normale che succeda questo, all’inizio era una novità di esperimento sociologico, ma è pur sempre qualcosa di accattivante, perché vengono messi in discussione dodici energumeni che sono sbattuti su un’isola deserta, dove mangi 50 grammi di riso e una noce di cocco al giorno, soffri la fame e le intemperie come non mai. Per due mesi non ti siederai mai, se non su una roccia o per terra, camminerai su un piano sconnesso e non diritto.

Cosa pensi della dichiarazione di Dagospia che ha dichiarato il compenso di 800 mila euro dato alla Ventura per andare all’Isola?

Non lo sapevo e penso che non sia vero e anche se fosse vero se ci togli il 60 percento di tasse rimane meno della metà, cioè un appartamento, che è pur sempre un ragguardevole compenso, però sempre se fosse vero, ma ripeto io non ci credo.

I reality sono ancora credibili e amati dal pubblico?

Per me hanno perso il successo di un tempo, adesso è il momento dei talent show. Vorrei fare il giudice coach di X Factor dove ci sono diverse discipline dove non bisogna essere necessariamente esperti. La mia predilezione va comunque per qualcosa di innovativo, io ho tante idee, ma non le dico perché poi potrebbero rubarmele.

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