Gene Wilder è scomparso ieri all’età di 83 anni a Stamford nel Connecticut. Era malato da tempo di Alzheimer. Il genio della commedia resterà per sempre nella mente degli appassionati per la verve registica e per l’intuito nel realizzare film che sono diventati cult per tutti i tempi.
Gene sarà ricordato per il ruolo di Willy Wonka e per aver trasmesso una nevrotica umanità ai film di Mel Brooks che sul social Twitter lo ricorda come uno dei grandi talenti della nostra epoca. Jerome Silberman, il suo nome vero, lo ricordiamo per i suoi riccioli e l’aria stralunata e fu l’interprete di riferimento dell’amico Mel e gli regalò l’eccentrico ruolo di Frederick Frankenstein nel film “Frankestein Junior”. Fu nominato agli Oscar per ben due volte ed è incomprensibile come lui sia legato al ruolo di Willy Wonka nell’immaginario di molti, dal momento che ha ricoperto un gran numero di ruoli. Le sue caricature da manipolatore incallito e crudele sono diventate di riferimento per tante generazioni di spettatori, principalmente tra i giovani. C’è poi una parte professionale creata con il brillante Brooks. Un esempio è “Mezzogiorno e mezzo di fuoco”, dove c’è il tema del razzismo e viene affrontato in maniera eversiva e in “The Producers”, che a Broadway ha trovato vita come musical.
Questi però erano gli anni in cui Wilder non appariva più sul grande schermo. Nel 1989 il dolore prese il sopravvento, per la morte di cancro della terza moglie Gilda Radner, da lui diretta nella commedia “La Signora in rosso”. Da quel momento Wilder si era ritirato e l’ultimo suo lavoro è stato in uno show televisivo americano “Gabba Gabba”. Steven Spielberg avrebbe voluto tirarlo fuori dal suo isolamento per affidargli la parte del programmatore James Halliday, creatore del mondo virtuale OASIS, nel film che sta girando attualmente.
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