Renato Zero torna alla grande sul piccolo schermo con “Arenà – Renato Zero si racconta” su Rai Uno. Una serata di tre ore, piena di canzoni e ospiti, tra cui Emma, Elisa, Renga, Castellitto e Giuffrè.
Renato Zero è un veterano del palcoscenico, ma non è diventata un’abitudine salirci. Ma non è stato sempre cosi spavaldo nei confronti dei concerti e nell’esporsi mediaticamente. “Quando fui ospite a Sanremo – dichiara Zero – tremai come una foglia davanti a Carlo Conti. Mi ha sorpreso anche a me questa emozione. Io penso che pathos ed emozione non debbano sparire mai, altrimenti diventiamo dei replicanti.” Non mancano critiche ai social. “Io combatto contro l’individualismo. Bandisco i rapporti, è molto meglio ricominciare a parlare al bar come nel passato.” Sul concerto di sabato, Renato ha le idee molto chiare, non vuole un concerto essenziale, ma un evento vero e proprio dove confluiscano talenti che si raccontano insieme a lui. Dopo questo evento Renato Zero andrà in tour, dove riproporrà i suoi vecchi cavalli di battaglia con pezzi dell’ultimo disco, Alt, dove c’è una forte tematica sociale e stralci del quotidiano.
Sul mondo di oggi Renato Zero ha le idee molto chiare. “Non mi piace facebook, bisogna ricominciare a suonare ai citofoni, avere dei rapporti fisici, più che virtuali. Quella di oggi con i social rappresenta una solitudine imposta, non è scelta e desiderata. Mi fanno paura anche i muri fisici, come a Calais che sono il segno di un razzismo, di uno sbarramento al dialogo con il prossimo.” A Renato Zero piace affermare che è uno scuotitore di coscienze attraverso le sue canzoni, motore trainante dell’anima e dei moti interiori. “I politici non lo fanno, se si fossero occupati di scuotere le coscienze, ora avremmo la nazione popolata di Leonardo Da Vinci e Puccini. La mia massima aspirazione non è quella di vendere più dischi, se poi la realtà è profondamente dolorosa.”
In epoca di talent, Renato Zero cosa pensa?
“Io vengo dal Piper, un universo dove avevi un costante rapporto con la gente, ora le cantine sono chiuse e noi ormai siamo scaduti. Per i giovani, i talent show sono una palestra artistica dove si può sperare di diventare cantante o quello che si vuole essere.”
Non finisce mai di stupire Renato Zero e nel finale dell’intervista scoppiettante al Corriere della Sera, dedica la serata evento alla Rai, perché vorrebbe che capissero che oltre all’interprete c’è di più, un buon autore e regista.
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