È in scena al Teatro Della Cometa di Roma, fino al 16 ottobre, la divertente commedia prodotta dalla Good Mood di Nicola Canonico, scritta da Antonio Grosso, per la regia di Roberto D’Alessandro, 3 papà per un bebè, che vede come protagonisti Mario Zamma, Nicola Canonico, Giuseppe Cantore, Alessia Fabiani e l’adolescente Leonardo Barbarisi.
3 papà per un bebè è la storia di tre amici quarantenni che vivono nello stesso appartamento, ognuno con una propria vita e i propri impegni. Rocco (Mario Zamma) è un ginecologo che ha problemi con l’altro sesso pur vedendo tutti i giorni donne nude; Livio (Giuseppe Cantore) è un omosessuale stravagante, fissato con la pulizia, l’ordine, la precisione, un tipo molto ma molto pignolo, per capirci; Vincenzo (Nicola Canonico) è un Don Giovanni impenitente, un incallito single.
Una bella mattina si ritrovano sull’uscio di casa con un neonato, Michelino. Così la loro vita dall’oggi al domani cambia. I tre amici, con le stesse problematiche e con le proprie frustrazioni si ritrovano, adesso, con questa nuova responsabilità a compiere delle scelte in funzione del bebè, fino a che la situazione non rischierà di degenerare con l’arrivo di una bella ragazza, Sara, che diventa la nuova inquilina dirimpettaia dei tre amici. E spesso e volentieri si ritroverà a casa dei tre amici, sconvolgendo un po’ le loro abitudini.
3 papà per un bebè affronta ironicamente, con molto garbo e raffinatezza, il tema della paternità e dell’amore filiale. Lo spettacolo sembra essere fatto proprio ad hoc per l’attualità, visto che si affrontano tematiche come le unioni civili e le Stepchild adoption. Si ride, ma si riflette anche sul tema della famiglia allargata. Indubbiamente è una pièce divertente, frizzante, con battute al fulmicotone che non lasciano modo di far pensare lo spettatore che già si è pronti per le prossime gag.
I tre attori che impersonano i tre amici sono ben compenetrati nei loro ruoli e, come un fiume in piena, danno vita a dei dialoghi molto esilaranti. Nel contesto ben si innesta la bella Sara, la loro vicina, che partecipa ai loro battibecchi e agli alti e bassi del loro “menage tutto al maschile”.
Mario Zamma, Rocco, il ginecologo problematico, ha i tempi comici giusti e una mimica che diverte. Giuseppe Cantore, Livio, impersona un omosessuale molto stravagante ma non assurdo, mai volgare, ma molto ironico e sarcastico nelle sue battute. Nicola Canonico, Vincenzo, il Don Giovanni incallito, dimostra per primo l’amore per questo bebè, pronto anche a rinunciare alla sua vita da perfetto single. Un personaggio frizzante, molto a modo. Con loro tre in scena la bella e brava Alessia Fabiani, Sara, potrebbe rompere l’armonia amichevole del terzetto. Elegante, fascinosa, misurata in tutto ciò che dice, non fa una piega interpretando il suo ruolo di “ragazza madre”, ritagliandosi un monologo abbastanza forte, rendendolo credibile, coinvolgente per il pubblico che rimane galvanizzato ad ascoltare.
Il testo scritto da Antonio Grosso, come dicevamo, è molto attuale e frizzante per tutte le gag inserite. La regia di Roberto D’Alessandro è pulita e rapida, permettendo alla commedia di scorrere via velocemente e piacevolmente, creando anche una giusta e perfetta magia tra gli attori sul palco.
Degne d nota le scene di Biagio Barbarisi & Surro, e i costumi di Clara Surro.
3 papà per un bebè, indubbiamente una pièce da vedere per un puro e sano divertimento.
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