Ieri è stato il giorno di Oliver Stone che ha portato il suo nuovo film “Snowden”, in uscita nelle sale il 1 dicembre. Alla Festa del cinema di Roma Oliver ha portato molta passione, come tutto il suo film che racconta i nove anni cruciali dell’esistenza dell’informatico dell’NSA che porta il volto di Joseph Gordon-Levitt. Nel film scorrono le immagini del suo reclutamento nella Cia alla decisione di dare alla stampa i documenti e le relazioni della più grande azione di sorveglianza di massa. Negli Stati Uniti “Snowden” è uscito un mese fa e ha creato una spaccatura tra critici e pubblico, perché la pellicola è un atto di accusa verso l’amministrazione Obama. Stone ci mette in guardia sui rischi che comporta questo Grande fratello chiamato politica. Il protagonista della storia di Stone oggi ha trovato asilo in Russia e il suo avvocato ha contattato il regista di “Nato il 4 luglio” perché voleva che la sua vita fosse conosciuta più approfonditamente. “Mi sono reso conto – afferma Stone – di quanto fosse importante essere venuto a conoscenza di queste cose – che neanche i giornalisti potevano sapere. Volevo che il pubblico americano fosse consapevole di queste cose. Loro non hanno capito cosa è accaduto, perché sono troppo presi dal loro iPhone. Il fenomeno è imponente, non si tratta di Pokemon o di quello che compriamo su Ebay. È un sistema di controllo sui civili di tutto il mondo e tutte le informazioni che gli Stati Uniti prende dagli altri Paesi sono utilizzate per influenzare le politiche delle altre nazioni, perché non solo i paesi totalitari sono interessati a quello che accade in Cina, Russia e Iran”.
A Stone viene chiesto se il percorso di Snowden sia simile al suo: “Io sono un conservatore – dichiara il regista – e l’esperienza in Vietnam è stata uno choc, ci è voluto molto tempo per capire il perché di questa guerra. Negli anni novanta sotto la politica reaganiana, sono stato in Centro Americana e lì ho capito tutto. Poi ho passato molti anni a studiare la storia americana e ho fatto un lungo documentario a puntate. E poco dopo è arrivato il caso ‘Snowden’“.
Sulla campagna Presidenziale in atto in America, Stone non nasconde la sua disapprovazione. “Siete tutti sconcertati in Europa dalla candidatura di Donald Trump, ma non credo che possa spuntarla. Però non vi rendete conto che l’alternativa non è certo meglio, Hilary Clinton rappresenta il sistema statunitense e sarà dura e militarista più di Obama. È la Clinton la responsabile di quello che è successo in Libia, Iraq, Siria ed Honduras e non credo che in lei c’è nessuna voglia di riforma.”
Aspettiamo con ansia l’uscita di “Snowden”, Stone non delude mai, il suo cinema è disarmante e di denuncia, come il mondo in cui viviamo.
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