Ieri è stato il giorno di David Mamet alla Festa del Cinema di Roma che ha parlato al pubblico indossando un Borsalino Nero. “Spero che tenere questo cappello non lo prendiate come un segno di maleducazione, è un omaggio al mio homeboy Al Capone. Qualche ora fa passeggiavo con mia moglie e mi sono fermato davanti al negozio Borsalino e non ho potuto non comprarlo, io vengo dal South Side di Chicago.” Il grande commediografo, sceneggiatore e regista ha parlato molto tra una clip e l’altra dei suoi film, preso dal fuoco di domande del direttore artistico Antonio Monda. Sono state tante le clip dei film tra cui “Phil Spector” che ha avuto primariamente Bette Middler come attrice e poi lei dovendo abbandonare per problemi di salute il set, è stata sostituita da Helen Mirren. Sequenze di “Spartan” si alternano a quelle di “Heist – Il colpo”, su cui Mamet dice che a volte è meglio che il cinema sia in movimento e non sorretto dai dialoghi, i dialoghi possono essere delle stampelle.
Attraverso il film “Il colpo” la vera sfida di Mamet è stata quella di parlare attraverso le azioni. Di Harold Pinter, Mamet afferma: “Col suo modo di raccontare le interazioni umane ha cambiato l’idea di drammaturgia.” Scorrono le immagini de “Gli intoccabili” e poi de “Il verdetto” che avrebbe dovuto girare Robert Redford, ma non andava ai produttori che hanno dato il progetto nelle mani di Sidney Lumet. Con “Americani”, Mamet parla del suo periodo di disoccupazione, quando era un attore alle prime armi e aveva iniziato a scrivere “Americani” così per diletto e poi gli è stato commissionato in un corso teatrale.
David Mamet ama scrivere dialoghi e drammi. La verità per David va sempre detta è una sfida verso il destino e la scrittura ti aiuta in questo. “Quando Shakespeare – afferma Mamet – ha scritto Amleto, aveva ragione nel dire che con il teatro si può far emergere la verità, facendo incazzare la gente e il mio mestiere è quello di far incazzare la gente”
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