Meryl Streep ammalia la Festa del cinema di Roma. Saluta in italiano il pubblico intervenuto a vederla e a sentirla. Ringrazia per ogni complimento che le si fa. Parla dei suoi figli da piccoli e poi di Donald Trump che è sicura che non sarà Presidente. Sette anni fa alla festa del cinema la Streep ritirò il Marc’Aurelio d’Oro alla carriera e nel prendere il premio non dimenticò di menzionare le attrici italiane, come Silvana Mangano, Giulietta Masina ed Eleonora Duse. Ieri l’attrice è tornata alla ribalta della Festa del Cinema per un incontro con il pubblico con le attrici del cuore, quelle che hanno trasformato la ragazzina del New Jersey in una icona del cinema internazionale. Lei dice di ammirare Alba Rohrwacher e a chi le domanda chi potrebbe oggi fare una carriera come la sua, lei non ha dubbi nel menzionare Alba. Adora Anna Magnani e Silvana Mangano la Streep e anche se diverse le reputa simili nell’anima. Per lei quando era giovane le due interpreti sono state da esempio e ancora oggi lo sono quando guarda i loro film.
Da giovane non era bella ed è stata rifiutata per il ruolo di donna di King Kong nel film di Dino De Laurentiis, ma quando il pubblico l’ha scoperta né “Il cacciatore” di Michael Cimino e da quando le hanno fatto conquistare una lunga serie di nomination all’Oscar (ben 19), la sua carriera ha preso il volo. E poi la prima statuetta con il ruolo di donna e madre, moderna e tormentata, in Kramer contro Kramer, i film con Woody Allen, Alan J. Pakula (il secondo Oscar è per La scelta di Sophie), Innamorarsi con De Niro, La mia Africa con Redford… La lista è lunghissima. E oggi sembra aver provato tutto al cinema: il musical (Mamma mia), la commedia (Il diavolo veste Prada), il dramma sulla pedofilia (Il dubbio), ma anche la fantascienza (Intelligenza artificiale), l’animazione (Fantastic Mr. Fox), il biopic (il suo ritratto della Lady di ferro le ha fatto conquistare la terza statuetta).
Il film di Frears è Florence, nelle sale il 22 dicembre distribuito da Lucky Red e presentata ieri sera in anteprima con decine di ragazze che fin dal mattino si sono appostate per vederla passare sul tappeto rosso. Racconta la vera storia di un’ereditiera americana appassionata da musica che nella società newyorkese del 1944 organizzava con l’aiuto del marito, l’inglese St. Clair Bayfield (Hugh Grant), recital e concerti in un club da lei fondato intitolato a Giuseppe Verdi e frequentato da anziani nobili decaduti. Attorniata da persone che le volevano bene (e anche qualcuno che si approfittava della sua generosità) Florence Foster Jenkins non aveva mai veramente compreso che la sua passione per il canto non corrispondeva al suo talento.
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