Pier Francesco Pingitore riporta in auge la satira politica dei tempi d’oro in “Magnamose tutto!”, in scena al Salone Margherita mettendo insieme i fatti politici dell’ultima ora con fenomeni paradossali che si rifanno agli avvenimenti catastrofici della nostra Italia. La figura chiave dello spettacolo è il Mago Katsàr, interpretato da un bravissimo Martufello, un veggente che prevede nel giro di pochi giorni la caduta di un grande asteroide sul pianeta Italia e che distruggerà buona parte del Paese. Dopo un momento di grande disperazione, il popolo si impadronisce di una furia godereccia. “Magnamose tutto!” è il monito per evitare che Il governo si mangi anche quel poco che è rimasto. Vengono istituiti comitati di Godimento Pubblico e il Presidente del Consiglio Matteo Renzi cerca di rassicurare gli elettori, ma oramai all’asteroide distruggitore è stato dato un nome che lo coinvolge: “Matteostar”. A Roma la sindaca Raggi si aggira sperduta, interviene Grillo inferocito con Di Maio e Di Battista… Ma anche il Papa, Mattarella, la Merkel, e Trump e Hillary Clinton… Tutti vorrebbero additare una via di salvezza, ma la sorte ormai sembra segnata… fino a quando il finale riporta un’altra soluzione tutta da scoprire. Se nel primo tempo Pingitore mette in scena Martufello, Demo Mura, Morgana Giovannetti, Mario Zamma, Carlo Frisi e Enzo Episcopo, nel secondo tempo porta in scena le due protagoniste del GFVip, Valeria Marini e Pamela Prati, da sempre eterne rivali, ma ora compagne di palcoscenico, oltre che di reality.
Protagoniste del secondo tempo con “Donne che avete intelletto d’amore…”, una carrellata di donne del passato che hanno fatto la storia del varietà e non solo. Il maestro come sempre attento alle donne e leggenda metropolitana, perché scopritore di talenti, ha puntato questa volta sulle due donne che hanno fatto la storia del Bagaglino, festeggiando adeguatamente i 51 anni della Compagnia che ha reso grandi i politici della Prima Repubblica e non solo. Ma cosa rappresenta per Pingitore la donna? “Un ideale di bellezza e simpatia che le femministe non prendono di buon grado, ma diciamo che il femminismo serpeggia un po’ in tutte le donne, ma non è qualcosa di fastidioso e di insostenibile.” Il Bagaglino ha fatto la storia della capitale in anni in cui si riusciva a fare varietà televisivo con un’ora di trasmissione. “Ora i varietà – afferma Pingitore – durano troppo, a quell’epoca ottemperava all’obbligo di non rompere le scatole alla gente.” La primadonna di Pingitore fu Gabriella Ferri nel Vicolo Campanella che diede gli illustri natali alla Compagnia con Pino Caruso e Oreste Lionello, ma ben altri ne fecero parte come Enrico Montesano, Pippo Franco e successivamente Leo Gullotta, Mario Zamma e Martufello, questi ultimi due ancora in auge per l’intramontabile Ninni. Nei primi anni del Bagaglino, Pingitore ebbe il merito di riconoscere il talento di Bombolo. Lo conobbe in una osteria di Via di Panico che si chiamava “Pichiottino”. Il comico andava lì dopo una mattina da venditore ambulante di piatti e il suo monito per attirare la clientela era: “Tre padelle mille lire, ma che volete pure un pollo dentro per mille lire?” Poi si rinchiudeva con gli altri venditori ambulanti nell’osteria fino alle 20 di sera mangiando e bevendo in quantità. Pingitore riconobbe la stoffa dell’artista in questo rude uomo di strada e lo portò sul palcoscenico con sé. Poi arrivarono i momenti in cui Pingitore lanciò la moda delle Torte in faccia ai politici e che diventò una consuetudine pure tra di loro. Con “Magnamose tutto!” Pingitore ricomincia a fare il satirico dei tempi migliori, non è finita quindi l’epoca in cui si rideva dei politici e dei loro eccessi di potere e di egocentrismo. In scena al Salone Margherita fino al 5 febbraio.
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