Roberto Ciufoli si veste di immensità nel ruolo di Dio in “Paradiso 2.0”, ma l’illustre personaggio altro non è che uno showman, vestito vistosamente di un cappottino zebrato, con sotto una maglia dei Simpson e che si muove con promettente baldanza come un artista televisivo. L’impianto scenico è come se riproponesse uno studio mediatico ed ai lati del Padreterno, che è seduto su un divano antico e ampio, ci sono i due Arcangeli Gabriele e Michele che sono diversi ma compatibili per l’argomentazione dialettica dell’inusuale Dio. Dio si trova nell’Antico Testamento, ma capisce che il mondo è troppo vecchio per essere raccontato e riscrive i dieci comandamenti a modo suo, facendoli annunciare dal suo Arcangelo Gabriele, un canuto e simpatico burlone che è la sua buona e ubbidiente spalla, mentre l’Arcangelo Michele è il populista della situazione, scende in platea e prende le domande insidiose del pubblico e le riporta a Dio che è costretto a significare ogni sua situazione sul creato e sui misteri che accompagnano da sempre la nostra esistenza.
Ne viene fuori un siparietto continuo in cui ha la peggio Michele, che ogni volta che fa domande troppe misteriose e a cui difficile dare risposta, Dio toglie un’ala privandolo della sua forza di angelo. Roberto Ciufoli nella veste di Dio non risparmia nessuno, né preti, né papi, né tantomeno i politici e sul Sindaco Raggi mette giù una diatriba non indifferente. Questo Padreterno è uno che alla fine afferma di avere le sue debolezze e che ha timore di continuare sulla strada di sempre e nell’epilogo la vera rivoluzione sarà il decimo comandamento, una app che ci rende immortali e ci porta a migliorarci in eterno, senza malattie e morti improvvise. Come è apparso, Dio si dileguerà dentro ad un ascensore spaziale stile “2001 odissea nello spazio” insieme ai due Arcangeli sulle note di “Show must go on” e salirà in alto, ma tanto in alto da perdersi in un app infinita, salvandosi da un’apocalisse prevedibile. “Paradiso 2.0 – Un atto di Dio”, è in scena al Teatro Piccolo Eliseo, è un testo di David Javerbaum per la regia di Nicoletta Roberto Bracciforte. Beppe Chierici e Michele Sinisi sono i due bravissimi Arcangeli che mettono le ali a una già collaudatissima commedia, retta alla perfezione dalla prova recitativa di Roberto Ciufoli, un magnifico istrione che non disattende le attese del pubblico, interessato alla dialettica destabilizzante, ironica e intelligente di un Dio sceso in terra che si confonde e confonde il gruppo d’ascolto degli esseri umani. Da vedere. Fino all’8 gennaio.
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