“Serial Killer per Signora” è definito un musical-noir dal suo traduttore, regista e interprete Gianluca Guidi (insieme allo scomparso Gianni Fenzi) e in effetti l’originalità di questo assunto è nel bilanciarsi tra questi due generi, un mix esplosivo per un palcoscenico in odore di novità. Lo spettacolo, tratto da un film interpretato da Rod Steiger, scritto da Douglas J. Cohen, da un racconto di William Goldman, è stato portato in scena nella stagione 2002/2003 sempre da Guidi con Massimiliano Giovannetti e Crescenza Guarnieri. Ora ad interpretare la mitica coppia Kit Gill e Morris Bromo sono Gianluca Guidi e Giampiero Ingrassia, affiatatissimi sulla scena, dove è la quarta volta che i loro destini di interprete si incrociano.
La storia è quella di Kit, attore disoccupato che vive nel ricordo ossessivo di una madre famosa e di Morris, un detective della Polizia di New York che vive insieme ad una madre chioccia. Entrambi si sfidano a colpi di celebrità, Morris diventa l’inseguitore di Kit che semina morte tra le donne, cercando ad ogni omicidio di alzare l’attenzione della stampa e del suo detective. Certamente una storia che intreccia diverse personalità, ognuna con una sua caratteristica ben spiccata. Morris incontra poi sulla sua strada la bellissima, ricca e snob Sarah che rimane affascinata dalla personalità imbranata, ma pura del detective ebreo. Si innamorano, ma il loro sentimento è messo a dura prova dal caso Kit che occupa non poco la mente e le azioni di Bromo.
In questo bailamme di situazioni ci sono diversi personaggi vestiti perfettamente da Alice Mistroni, mamma di Morris e delle tante donne che Kit uccide, diverse parti che Alice caratterizza con fantasia ed estrema disinvoltura, cambiandosi faccia ogni qualvolta la scena lo richieda, un work in progress sul palcoscenico. Teresa Federico è l’eleganza e la bellezza e riveste con perfetta simbiosi il suo personaggio, altezzoso e poi disarmante nei confronti dell’amore.
Gianluca Guidi è un Kit ironico, dissacrante, beffardo e che a tratti incute timore, gioca sull’effetto sorpresa come un perfetto killer, bravissimo nell’evocare i tanti stati d’animo di una personalità multiforme che parla con i fantasmi del passato. Giampiero Ingrassia dà una prova eccellente del suo ruolo, accompagnandolo alla spontaneità dell’uomo qualunque, imbranato di fronte all’amore, alla ricerca della celebrità nella professione e in preda a delle cadute di stile tipiche di chi è piedipiatti. Uno spettacolo dove gli interpreti sono chiamati a cantare e a recitare, senza un attimo di tregua, con situazioni che cambiano alla velocità della luce e che richiedono una padronanza della scena e dei linguaggi teatrali. Bravissimi tutti in un’operazione non facile, ma con risultati eccellenti. Scene che rimandano ad un certo cinema con Orson Welles, come “Il Terzo Uomo”. La coppia Guidi e Ingrassia funziona e marcia a livelli alti. Le traduzioni delle liriche sono di Giorgio Calabrese e le scene e i costumi sono di Annamaria Morelli. La produzione è di Ente Teatro Cronaca Vesuvio Teatro. Si replica fino al 5 febbraio alla Sala Umberto.