Attesissima serie televisiva quella de “La porta rossa” tra thriller e paranormale ideato da Carlo Lucarelli e che andrà in onda dal 22 febbraio in prima serata alle 21,20 su Rai2. La serie cerca di replicare il grande successo di “Rocco Schiavone” e “L’Ispettore Coliandro. La poesia e il sovrannaturale si mischiano, basta una introduzione come questa a incuriosire la maggior parte degli italiani: “Un poliziotto non ha certezze, non può fidarsi di informatori, colleghi, nemmeno degli amici più stretti. Io sono Leonardo Cagliostro, sono poliziotto e sono morto.” Come sempre ad essere avanti nelle scelte editoriali è Rai2 e in questa serie ha come punto a favore la penna di Lucarelli e l’interpretazione di Lino Guanciale, quest’ultimo uno degli attori più amati degli ultimi anni (Che dio ci aiuti, La dama velata, Non dirlo al mio capo, L’allieva, I Medici), qui chiamato a vestire un fantasma a tutti gli effetti. “Ho letto il copione – afferma Guanciale – e ho scoperto che a pagina 2 già morivo. Andando avanti nella lettura mi sono accorto che sarebbe stata una serie complessa. Io sono un razionalista convinto e in questo modo la mia presenza si è fatta sentire di più.”
Il pubblico di Rai 2 è comunque avvezzo a delle storie neo-romantiche e a tratti surreali. Sono sei puntate (22 febbraio e 1 marzo di mercoledì, dal 24 febbraio al 17 marzo di venerdì) per la regia di Carmine Elia. Nel cast di questa coproduzione Rai Fiction – Velafilm non spicca solo Lino Guanciale: accanto a lui Gabriella Pession (nei panni di Anna, magistrato moglie del commissario), Valentina Romani (Vanessa, la giovane medium), Antonio Gerardi, Fausto Sciarappa, Elena Radonicich, Ettore Bassi, Gaetano Bruno, Cecilia Dazzi e Alessia Barela. La trama è quella di Leonardo Cagliostro, un commissario che ha un grande intuito investigativo, ma non segue le regole. Lui è sposato con Anna, un magistrato determinato, ma una sera incontrando un informatore, Cagliostro viene ucciso.
A lui, però, è concessa una seconda possibilità, quella di tornare sulla terra nelle vesti di un fantasma per indagare sulla sua morte e vigilare sulla vita di sua moglie che è seriamente in pericolo. Una ragazza, una medium può comunicare con lui. Gabriella Pession afferma: “Mi ispiro ai personaggi che interpreto ai quadri. Il mio è un ruolo tenue. Ho cercato di ricreare un luogo intimo nella casa mia e del marito che mi è stato ucciso. Io ho deciso di non truccarmi, né di pettinarmi, volevo raccontare un lutto. La serie è una discesa agli inferi del personaggio. La morte ha azzerato tutto ed è un percorso all’indietro.”
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