“Prima di rifare l’amore”, in scena in questi giorni al Teatro Golden è prima di tutto un racconto intimo, dove Marco Falaguasta si mette a nudo attraverso il ricordo delle sue tante prime volte e che rappresentano lo spaccato di vita di ognuno di noi. È un modo per Falaguasta e tanti della sua generazione di raccontare ai propri figli il “come eravamo”. È un modo per raccontare attraverso una vita tante vite, soprattutto quelle che hanno percorso gli anni 80/90. Vite segnate da moniti materni “mettiti la canottiera che ti asciuga il sudore”, vite al ritmo del compianto George Michael, Renato Zero, Greese. Di maschere a carnevale ereditate da fratelli, cugini, vicini di casa, di feste dove c’era LEI ma c’era anche il padre che ti apriva la porta: “a ragazzi’ togliti le scarpe che la signora de sotto s’arrabbia”! Vite timide alla ricerca del primo film a luci rosse pagato con i risparmi di una settimana e una volta riusciti ad entrare in sala (c’era chi si disegnava i baffi col pennarello per sembrare maggiorenne). C’è ironia e passionalità nel raccontare quegli anni. Ora però è il momento di essere a tu per tu con il “rifare l’amore di sua figlia”. Come ci si comporta a riguardo? E quali sono le parole giuste per parlare ad una figlia adolescente uno che ha un bagaglio degli anni “80” e “90”? La risposta è nello spettacolo in scena fino al 19 marzo. Gli altri interpreti oltre a Marco Falaguasta, sono Marco Fiorini e Claudia Campagnola e la regia è di Tiziana Foschi, per un testo scritto da Alessandro Mancini.
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