Graditissima sorpresa quella di “Febbre da cavallo”, cult filmico degli anni d’oro del cinema italiano, diretto da Steno nel 1976 che ora approda al Teatro Sistina in veste teatrale, a metà tra una rivista e una commedia brillante con riferimenti ad un musical nostrano. La regia è di Claudio Insegno che ha avuto coraggio ed è stata premiato dalla sua audacia, grazie anche all’adattamento teatrale di Enrico Vanzina che aveva promesso a Garinei, prima che lasciasse questa terra, una trasposizione da portare in scena di uno sei suoi film più gettonati. Non solo un impianto scenico perfetto, ma anche attori in stato di grazia che non hanno fatto rimpiangere le precedenti star, come Gigi Proietti che era nei panni del mitico Mandrake e che ora è vestito alla perfezione da Patrizio Cigliano, meno esagerato nella mimica, ma con una padronanza teatrale che non delude le aspettative di chi conosce bene il film. Andrea Perroni nel ruolo de “Er Pomata” è il clone di Enrico Montesano, non solo nella voce, ma anche negli atteggiamenti, imita in tutto e per tutto quel carattere filmico, forse un po’ troppo, donandogli del suo solo quando canta e lì viene fuori il vero Perrone con una vocalità musicale non indifferente. Nel ruolo che fu di Catherine Spaak la bravissima Sara Zanieri, una donna che per amore del suo Mandrake sarà disposta anche ad andare da una cartomante per cambiare le sorti del destino vizioso di Mandrake. Nella parte dell’Avvocato De Marchis, impersonato nel film dal compianto Mario Carotenuto, Maurizio Mattioli, immenso attore, capace di risultare anche più bravo dell’originale, con i suoi tic, le manie e le fragilità di chi si perde dietro ai cavalli e alle sue scommesse. In tutto questo bailamme di sale corse, di scommesse, di vizi, si evoca una Italia e soprattutto una Roma semplice e genuina, quella degli anni “70”, dove c’era ancora il cuore della città e dei suoi abitanti. La bonarietà e la schiettezza di una Italia, riportata in auge da Claudio Insegno che si è avvalso della supervisione artistica di Enrico Brignano per non sbagliare neanche un quadro. L’operazione è riuscita alla perfezione, perché Insegno ha saputo attraverso le scene bellissime di Gianluca Amodio, aggiungere e non togliere a quello che già era “Febbre da cavallo”, lo ha modernizzato non snaturandolo attraverso la visualizzazione di uno spaccato della capitale con i suoi personaggi caricaturali e un po’ fumettistici. Ad accompagnare le vicende di Mandrake, Er Pomata, Felice, un corpo di ballo perfetto che balla sulle note della mitica colonna sonora e crea quadri coreografici perfetti e divertenti che ben si incastonano nella trama brillante. I ballerini sono vestiti da cavalli e imitano le movenze dei quadrupedi con leggiadra ironia. Le musiche sono affidate a Fabio Frizzi, co-autore della memorabile sigla. Nel cast anche Toni Fornari che ha scritto i testi delle canzoni, mettendo in atto una vera e propria rivoluzione positiva in un testo che brillava già di suo.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.