Il graffio d’autore di Pingitore sulla società e sul suo conformismo è ben evidente in “Un pugno di sgay”, una tragedia comica che è in questi giorni al Salone Margherita. A vestire una coppia romana doc è Martufello e Manuela Villa, coniugi che riportano in auge le atmosfere di una Roma sparita ma con le problematiche attuali che male si addicono alla semplice e un po’ rozza quotidianità di un pizzicagnolo e di una casalinga che vivono di semplici consuetudini. Il figlio della coppia, interpretato da Andrea Dianetti vuole presentare la sua fidanzata ai genitori, ma per loro l’arrivo del nuovo amore del figlio, sconvolge la morale. Non è una donna, ma bensì un uomo e la reazione sarà dirompente, tanto da cacciare seduta stante dalla casa l’oggetto del desiderio del figlio che addirittura vorrebbe sposarselo. Ma una eredità improvvisa farà cambiare idea ai coniugi retrogradi e le tradizioni si andranno a far benedire, quando i soldi bussano alla porta. Il finale è a sorpresa, perché Pingitore durante la pièce mette a punto diversi colpi di scena che Martufello e Manuela Villa accolgono con grande maestria recitativa, improvvisando qua e là anche per divertire il pubblico in sala. La commedia è brillante, senza sbavatura alcuna è nella tradizione di Ninni Pingitore che mette sempre in primo piano i vizi e le virtù non solo dei politici, ma anche dell’italiano medio. Oltre ai bravissimi Martufello e Manuela Villa, anche Andrea Dianetti che mette a punto un divertente carattere, spaesato e a tratti diversamente abile alla vita. Bravo anche Sebastian Gimelli Morosini, nel ruolo del fidanzato che non vuole barattare la sua condizione per i soldi, ma che poi cede al Dio denaro, con opportunistica decisione. I Costumi e le scene sono di una professionista della scena come Graziella Pera e l’ aiuto regista è Morgana Giovannetti, per la produzione di Nevio Schiavone. Si replica fino al 9 aprile.
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