“Sulle spine”, in scena in questi giorni al Teatro Due ha il pregio di mettere in scena l’attualità senza filtri, disarmando lo spettatore che è incatenato alle azioni e ai fatti del protagonista, come se vedesse la parte malevola e tenera di sé. Le parole di Silio, il protagonista della pièce, sono crudeli, efferate come le sue azioni, eppure sono motivate dal suo passato, presente e futuro e hanno un senso di colpa ancestrale, alimentato dai genitori e dalla società. Il personaggio, a tratti, risulta quasi assolto per le sue decisioni estreme, per una personalità incompleta, con una sessualità disturbata provocata da una mamma arrogante che imponeva la perfezione, da un fratello che lo scherniva per la sua diversità, una prevaricazione e sopruso, chiamato bullismo.
La pièce è scritta e diretta da Daniele Falleri che può permettersi ancora oggi, a distanza di 20 anni, di portare in scena un cult teatrale che fa ancora rabbrividire come allora, grazie all’interpretazione forte e sopra le righe di Urbano Barberini che torna con piacere al suo indimenticabile carattere, senza sbavature recitative e con un cambiamento repentino di situazioni e di sfumature temperamentali che ne fanno un vero e proprio esempio di gioco e impegno d’attore. In un piccolo palcoscenico può capitare che si apra un mondo di emozioni vere e contrastanti, che coinvolgano lo spettatore tra stupore e tragica ironia, proprio perché il personaggio costruito ad arte da Falleri, a tratti immette comicità in quello che potrebbe apparire orripilante. Uno spettacolo che sviscera la vicenda di un essere umano incompleto, che uccide ogni giorno una parte di sé, ma anche chi dice di amare e che parla di lui con un’analista che subisce i suoi scherzi macabri fino alle estreme conseguenze. Silio si veste da donna per andare al funerale del padre come un personaggio da thriller di Brian De Palma, odia la sua futura cognata tanto da desiderare la sua morte. Il testo è pieno di colpi di scena, di trovate che è difficile scoprire in qualsiasi altro assunto, grazie ad una scrittura dinamica e ad un attore che si accompagna benissimo al senso autoriale di Falleri. Presenza puntuale quella di Sergio Valastro che ha il difficile compito di interpretare senza parole i mali interiori ed esteriori del protagonista, attraverso i tanti personaggi. La canzone “Sulle spine” è composta ed interpretata da Donatella Rettore. Da vedere assolutamente. Si replica fino al 9 aprile.
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