Al Teatro Tor Bella Monaca dal 19 al 21 maggio va in scena “Il viaggio di Ecuba”, una tragedia greca attualizzata dall’adattamento di Gianni Guardigli che porta la regia di Francesco Branchetti. Un monologo interpretato da Isabella Giannone che è un viaggio fuori e dentro di noi e ci porta a fare i conti con le nostre esistenze di uomini vaganti e in cerca di sé. Ecuba è vista nella trasposizione con una forte connotazione contemporanea, una piccolo-borghese che ha vissuto degli anni in una dimensione ricca e dorata e si è trovata poi a perdere tutto in una condizione di reietta, di isolata dal mondo, una profuga contrastata da tutti quelli che odiano la diversità.
Francesco Branchetti ritorna alla sua antica collaborazione con Isabella Giannone con un assunto di forte tradizione che spazia nel mare magnum delle differenze tra gli uomini. Ne viene fuori una visualizzazione attenta e dettagliata sullo stato emozionale degli esseri umani e di tutta la loro esistenza di nomadi.
Il viaggio doloroso e straziante di Ecuba è il percorso che molte donne del nostro tempo vivono sulle loro esistenze, in fuga dalla guerra o da un amore malato, in solitudine per la loro condizione e per il loro inevitabile destino. Francesco Branchetti avvezzo a lavorare con attrici del calibro di Barbara De Rossi, con cui riprenderà il prossimo anno “Il bacio”, è il giusto regista che si compenetra nell’universo femminile. E non è un caso che Branchetti lavori sempre con donne con cui instaura un rapporto emozionale che si trasferisce sul palcoscenico in maniera perfetta. Pochi giorni per vedere questo spettacolo che è un evergreen e può essere trasferito in qualsiasi epoca e spazio atemporale.
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