Paolo Sorrentino non ha certo bisogno di presentazioni, perché a parlare sono i suoi film che restituiscono la verità dell’attualità, senza imbrogliare lo spettatore con la falsità cinematografica. Il regista aveva portato al Festival di Cannes nel 2008 “Il Divo”, vincendo il Premio della Giuria e poi nel 2011 “This Must be the place”, “La grande bellezza” nel 2013 e “Youth” nel 2015. Certamente un personaggio da ribalta, così da ribalta che si è fatto affascinare dal ruolo di giurato in questa 70esima edizione del Festival di Cannes. Ottima occasione anche per dare delle anticipazioni sul suo futuro da regista.
Lui ha preso la palla al balzo da intervistato per affermare che è in procinto di girare una pellicola su Berlusconi. E a quanti glielo contestano, lui dichiara che è italiano e questo è già un buon motivo per parlare del Cavaliere e in quanto Berlusconi è un archetipo dell’italianità e attraverso lui si raccontano gli italiani. Il protagonista sarà il suo attore feticcio Toni Servillo e le riprese si svolgeranno a Roma. Quest’anno Netflix è presente copiosamente a Cannes con i suoi film.
Paolo Sorrentino non è contrario al piccolo schermo, basta che produca un cinema alto ed originale. Sorrentino ha già in preparazione la seconda serie di “The new Pope” per Sky Atlantic. Con Toni Servillo, Sorrentino ha un rapporto speciale, giocoso, perché il segreto per lavorare bene sul set è stare in un ambiente sereno. Non ama fare il dittatore sulla scena Paolo Sorrentino, perché gli attori non devono sentire il peso delle riprese. Ma perché da napoletano, non ha mai fatto un film sulla sua città? Paolo Sorrentino afferma che la sua città appartiene alle sue emozioni e non è ancora arrivato il momento di parlarne. Roma dove Sorrentino vive è vista dal regista come una città dormiente, dove la gente si lascia vivere, non come i napoletani che ogni giorno si reinventano.
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