Questa sera va in onda su RaiUno la docufiction “Paolo Borsellino – Adesso tocca a me” con Cesare Bocci nel ruolo del magistrato. A 25 anni dalla strage di Via D’Amelio si commemora Borsellino non solo su RaiUno, ma anche con dirette su Rainews24 sulle manifestazioni dedicate al magistrato. 57 giorni difficili, tra la strage di Capaci e quel pomeriggio assolato di Palermo in cui una bomba esplode uccidendo il magistrato, i cinque uomini della scorta, Claudio Traina, Agostino Catalano, Walter Cosina, Emanuela Loi e Vincenzo Li Muli.
La docufiction porta le testimonianze di persone molto vicine al magistrato, la sorella e il fratello, con annessa l’intervista audio della moglie e poi le parole degli ex giudici del pool antimafia, Leonardo Guarnotta e Giuseppe Di Lello, la Presidente del Tribunale di Marsala Alessandra Camassa, il procuratore generale presso la corte d’appello di Palermo Roberto Scarpinato.
La fiction si avvale di filmati di repertorio, interventi dello stesso Borsellino e una parte di finzione in cui il magistrato è interpretato da Cesare Bocci. Nel cast anche Giulio Corso (Antonio Vullo), Ninni Bruschetta (Rino Germana) e Anna Ammirati (Agnese Borsellino).
Nelle settimane calde che precedono l’attentato, Borsellino continua a fare indagini a tappeto per far luce sulla morte dell’amico e consapevole di essere il prossimo bersaglio della mafia. Alla proiezione della docu-fiction nella sede della Rai in viale Mazzini c’era anche il presidente del Senato Pietro Grasso. Grasso ha affermato che sulla memoria di un uomo come Borsellino si può costruire una rivolta morale ed etica, lasciando da parte l’indifferenza ed inoltre l’esempio di Borsellino e Falcone fa continuare a combattere per un Paese dilaniato e deluso.
La docufiction è raccontata attraverso il punto di vista dell’unico sopravvissuto all’attentato, l’agente Antonio Vullo. L’agente quando è esplosa l’auto imbottita di tritolo stava facendo manovra su un’auto blindata. Il film televisivo non si ferma nel giorno della morte ma racconta fino al primo grado dell’ultimo progresso, il Borsellino Quater.
Il giornalista Attilio Bolzoni, ma anche l’agente Antonio Vullo sono concordi nel ribadire che per andare avanti nelle indagini ci sarebbe bisogno di un pentito di Stato che facesse luce sul coinvolgimento di pezzi delle Istituzioni nella strage.
Il soggetto e la sceneggiatura sono di Sandrone Dazieri per una coproduzione di Raifiction e AuroraTv per la regia di Francesco Miccichè.
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