“Forse il penitente sono io. Nella mia vita hanno detto di tutto su di me. E quando ho preso in gestione il Teatro Eliseo, tutti erano convinti che non ce l’avrei fatta. Invece il teatro funziona, abbiamo anche un ristorante, una sezione cinema, concerti e appuntamenti musicali. Ora, nonostante questa città sia affaticata e faticosa, ripartiamo con una stagione di titoli, legati a temi del nostro contemporaneo”.
A fare questa dichiarazione è Luca Barbareschi, che, dopo aver debuttato quest’estate in “prima nazionale” al Napoli Teatro Festival Italia, ora approderà prima con tre anteprime al Teatro Tor Bella Monaca (3-5/11) e poi al Teatro Eliseo, dal 7 al 26 novembre, con lo spettacolo-dramma “Il penitente”, l’ultimo testo composto nel 2016 dal Premio Pulitzer David Mamet, una produzione Teatro Eliseo – Fondazione Campania del Festival –Napoli Teatro Festival. Una storia spiazzante di un’ambiguità pericolosa dove stampa e magistratura ridefiniscono e confondono il vene con il male. Otto atti durante i quali Charles, uno psichiatra, affronta una crisi professionale e morale poiché si rifiuta di testimoniare in favore di un suo paziente accusato di aver compiuto una strage. Una vicenda che ci tiene sospesi tra legge e dovere morale. Una storia attualissima che riprende tematiche ormai all’ordine del giorno, come la strumentalizzazione della legge e i processi mediatici, l’utilità della psichiatria e un pubblico alla costante ricerca di un colpevole, un mostro “da sbattere in prima pagina”, sul quale far ricadere colpe forse neanche sue. “Ho scelto questo testo di Mamet perché è una lucida analisi del rapporto alterato tra comunicazione, spiritualità e giustizia nella società contemporanea” – ha dichiarato Luca Barbareschi, presentando questo lavoro ed ha continuato – “Il penitente è una vittima dell’inquisizione messa in atto dai media. E’ quello che accade all’individuo quando, forse ingiustamente, viene messo sotto accusa dalla società dove lui stesso è integrato, quando la giustizia crea discriminazione per suffragare una tesi sfruttando l’appartenenza religiosa”.
Presente alla conferenza stampa di presentazione anche gli altri attori, Lunetta Savino, nei panni di Kath, moglie dello psichiatra, che ha raccontato la sensazione post-lettura del copione: “Quando ci si trova di fronte ad un grande testo di Mamet come questo, è come mangiare una torta golosamente. Penso che al giorno d’oggi ci vogliano drammaturgie così attuali come questa, per rendere vitale il teatro: bisogna stare al passo con i tempi e non dare una fregatura al pubblico. Ma con questo dramma così ricco di emozioni, di pathos, non gliela daremo una fregatura”. Duccio Camerini (interpreta la pubblica accusa) e Massimo Reale (Richard, l’avvocato che difende Charles), hanno raccontato entrambi l’emozione di esibirsi sul palco dell’Eliseo, in un’atmosfera immersa in sogni, idee e nuovi progetti. Non ci resta che attendere questo evento teatrale, che si preannuncia molto interessante e che terminerà con un colpo di scena che nessuno ha voluto svelare. A concludere l’incontro con la stampa ancora Luca Barbareschi: “Il teatro dovrebbe rappresentare il luogo della trasgressione. Sul palco si fanno cose che nella realtà sono impensabili: ammazzi qualcuno, hai venti mogli, diventi re. Il problema è che siamo in una società dove la trasgressione impera più che in scena, quasi fosse un grande spettacolo, ma senza regole, senza copione. Un mondo all’incontrario, privo di etica”.
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