Nonostante le critiche, il film di Paolo Genovese è stato campione di incassi negli ultimi giorni. Il film anche se risulta ostico e molti lo denunciano come un trattato di arte drammatica, non si può certo disconoscere che faccia pensare. Certo è che il paragone con la serie tv “The Booth at the end” che uscì nel 2010 è un confronto scomodo, perché parecchie persone hanno amato la serie fantasy del Nord America. Il film ha però un fascino particolare e se all’inizio è un po’ noioso, ti prende poi al laccio dei suoi meccanismi psicologici. L’uomo, senza nome, interpretato da Valerio Mastandrea, ha dalla sua che è poco mefistofelico per dare vita ad un personaggio che spinge a fa fare delle azioni senza ritegno e scrupolo morale, tutto per esaudire il desiderio di chi soffre e facendo un atto efferato annulla il male dalla propria vita. Almeno è quello che ci fa credere il protagonista, che incontra una umanità dolente in un locale super frequentato dove il cibo è il credo assoluto del benessere esteriore. Tutto si svolge in un locale, con l’uomo che per ogni desiderio ha la risposta e la motivazione per dare compiti assurdi e inusuali. Si tradisce, si diventa terroristi, si diventa rapitori, assassini, ladri, tutto per cambiare la propria vita. Il manipolatore Mastandrea convince con parole tutti quelli che capitano sotto di lui e ne fa delle marionette. Marco Giallini, Rocco Papaleo, Alba Rohrwacher, Vittoria Puccini, Silvio Muccino, Silvia D’Amico, Vinicio Marchioni, Alessandro Borghi, Sabrina Ferilli e Giulia Lazzarini sono tra gli interpreti di “The Place”. Gli attori sono tutti bravissimi e in parte, ma una parola in più c’è da spenderla su Alessandro Borghi, bravissimo nel ruolo di un ragazzo cieco che per riacquistare la vista deve violentare una donna e la donna in questione la incontra in una suora che a sua volta deve rimanere incinta per ritrovare il suo Dio. Da menzionare Giulia Lazzarini, grande attrice di teatro, che è una potenziale terrorista e che alla fine darà una lezione di vita all’orribile uomo che impartisce ordini malefici, probabilmente la più brava del gruppo di attori, una lezione magistrale di come una interprete diventi magnifica anche quando parla di azioni disturbanti. Brava, una figura deliziosa, quasi romantica in un contesto luttuoso, Sabrina Ferilli, la cameriera del locale che osserva quel via vai da quell’uomo per poi alla fine carpire un’unica storia tra le tante. Un film che bisognerebbe rivedere una seconda volta per assorbirne gli umori e carpirne il senso della realtà, perché la quotidianità è anche questo, i mali del mondo sono sotto gli occhi di tutti.
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