Questa sera ultimo episodio del ciclo “Liberi Sognatori“ – “Una donna contro tutti, Renata Fonte” su Canale 5, incentrato sulla storia di Renata Fonte, l’assessore alla Cultura e Pubblica Istruzione di Nardò, uccisa per le sue battaglie sulle speculazioni edilizie. Renata Fonte nasce a Nardò, provincia di Foggia, il 10 marzo del ’54. Insegna alle scuole elementari di Nardò e studia Lingue e Letterature straniere a Lecce ma ben presto si innamora presto della politica e comincia a militare tra le fila del PRI (Partito Repubblicano Italiano) fino a diventarne Segretario Cittadino. Cominciano lì le sue battaglie “verdi” che la porteranno a difendere, fino alla morte, il Comitato per la Tutela di Porto Selvaggio. Ma quello è solo il primo passo della sua carriera politica perché, candidata alle amministrative del 1982, risulta essere il primo assessore donna del piccolo comune di Nardò. Dall’alto di quella carica le sue battaglie diventano sempre più pressanti fino a farle scoprire illeciti ambientali e di speculazione edilizia a Porto Selvaggio. Ma, come spesso accade agli eroi, la donna viene lasciata sola a combattere. Le sue lotte finiranno il 31 marzo del 1984 quando due sicari la uccidono mentre stava tornando a casa. Le indagini portarono in seguito a scoprire che gli esecutori materiali furono Giuseppe Durante e Marcello My, gli intermediari, Mario Cesari e Pantaleo Sequestro, e il mandante di primo livello, Antonio Spagnolo. Il fatto che sia stato proprio Spagnolo il mandante mette però il tutto sotto una luce diversa: l’uomo, compagno di partito della Fonte, fu il primo dei non eletti e quindi le sue motivazioni potrebbero essere del tutto personali. Ma su questo aspetto non è mai stata fatta chiarezza. Più semplice pensare che la donna abbia cominciato a dare fastidio a qualcuno che aveva interesse a proseguire nelle speculazioni edilizie di Porto Selvaggio, oggi Parco Naturale Regionale. Nel 1998, in sua memoria, è nata l’associazione “Donne insieme” che prosegue le battaglie di Renata per promuovere la legalità sul territorio. Inoltre, la collaborazione tra Procura Nazionale Antimafia, la Questura e il Pool Antiviolenza del Tribunale ha portato alla costituzione della “Rete Antiviolenza Renata Fonte”, il primo centro riconosciuto dal Ministero degli Interni on collaborazione col il Ministero della Pari Opportunità. A lei sono dedicate anche una stele a Porto Selvaggio ed una scuola di politica che si riunisce a Torino. Ad interpretare la protagonista è Cristiana Capotondi. Nei panni del commissario Gerardi Peppino Mazzotti, nei panni del mandante Antonio Spagnolo (Marco Leonardi), ed ancora Giulio Beranek (Pippi Durante), Angela Curri (Rosetta), Gianni Lillo (Filograna), Max Mazzotta (Mario Cesari), Michele Morrone (Marcello My), Carolina Signore (Sabrina), Lucrezia Santi (Viviana) e Giorgio Marchesi (Attilio). Nel cast anche la partecipazione di Giulia Michelini.
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