Una pochade vera e propria riportata in auge da un gruppo di attori capaci di modernizzare una commedia dalle atmosfere un po’ retrò. “Un piccolo gioco senza conseguenze”, in scena in questi giorni al Teatro Golden ha in sé quella gradevolezza di raccontare l’amore con tutti i dubbi e gli equivoci che ne conseguono. Un gioco che Chiara, la protagonista, interpretata da una strepitosa Elena Di Cioccio, esegue con grande leggerezza senza rendersi conto delle conseguenze che provocherà nel finale. Chiara vuole dare fine, per divertimento, al rapporto in essere con Bruno, il divertente e bravissimo Roberto Ciufoli. La bugia mette scompiglio in tutti i membri e amici della famiglia e fa credere che non esiste la coppia perfetta e l’amore imperturbabile. Così il cugino, interpretato da un bambinesco e imprevedibile Toni Fornari, finisce per sentire il peso di uno sfascio sentimentale che coinvolge la coppia mito. Intanto Sabrina (la bravissima Laura Ruocco), l’amica del cuore di Chiara, da sempre innamorata di Bruno, spera in cuor suo di prendersi il suo spazio sentimentale. Poi c’è l’arrivo di Sergio, il sexyssimo Simone Montedoro che mette tempesta e dissidi nel rapporto già scricchiolante della coppia Chiara e Bruno, venendosi a riprendere quello che desiderava dopo due anni. Insomma un vero e proprio caos esistenziale raccontato con la lievità di una commedia francese dai toni dolciastri, anche se a tratti lascia l’amaro in bocca. Non si può mai dar niente per certo e questa è la massima di una piecè, dove l’amore si sposta per ognidove e dove le casualità lasciano il posto al per sempre.
Il luogo degli accordi e disaccordi è un giardino di un casale di campagna, dove i protagonisti si aggirano, un luogo di infanzia, in cui tutti posso ricordare, ma anche dimenticare ciò che sono e ciò che sono stati. Bravissimi tutti gli interpreti da Simone Montedoro, a Elena Di Cioccio, a Roberto Ciufoli, a Laura Ruocco, a Toni Fornari, diretti egregiamente da Augusto Fornari. Il testo è di Jean Dell e Gerard Sibleyras, a cura della produzione di Andrea Maia e Vincenzo Sinopoli. Un vero e proprio gioco di specchi dove ognuno può ritrovarsi e eventualmente correggere il tiro dell’esistenza. Da vedere. Fino al 29 aprile.
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