La terza stagione di Emigratis è agli sgoccioli questa sera va in onda l’ultima puntata su Italia 1, dove vedremo Pio e Amedeo che andranno ad importunare Claudio Baglioni per piazzare i loro pupilli. Questa aria coatta dei due fa parte del nostro DNA tutto italiano, capace di avere il peggio, ma anche l’improvvisazione di essere disinvolti. Nel corso delle loro puntate Pio e Amedeo hanno collezionato epiteti poco gentili nei confronti del famoso e del meno famoso a cui scroccavano puntualmente cene, pranzi e anche qualche soldino per sbarcare il lunario quotidiano. Pio D’Antini e Amedeo Grieco, foggiani, il cui inno personale s’intitola «Fuggi da Foggia», vengono dalla grande scuola di Telenorba, si sono affermati con Le Iene dove interpretavano il gustoso teatrino de “I due meridionali”, hanno girato due film, Amici come noi (non di grandissimo successo) e Ma tu di che segno 6? Di loro si è detto tutto che sono dissacranti, volgari, scrocconi, sboccati, senza filtri. Emigratis è un programma dichiaratamente fondato sulla scorrettezza, sull’esagerazione. Può piacere o no, ma non si può accusare un programma di essere cafone quando i protagonisti dicono di recitare la parte dei cafoni. In Emigratis (emigrati “a gratis”) i due, in virtù della loro ostentata maleducazione, sono sempre alla ricerca di pasti e alberghi a scrocco. Vestono come peggio non potrebbero, urlano, rubano il deodorante al supermarket, desiderano essere l’espressione del populismo più becero. Sono coscienti di esagerare e allora perché prendersela tanto quando è lo specchio di questa società e loro non fanno altro che farne il verso. Aggiungerei che quello che diverte di più è questa innata esagerazione, il gusto di eccedere che ci accomuna in questa Italia di gente improvvisata che non sa quello che vuole. Vedere Pio e Amedeo ci fa capire che la burletta e il troppo ostentare la villania va bene sul piccolo schermo, ma non nella vita reale, tutto quello che fanno i due comici è un insegnamento al contrario.
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