Su Netflix le serie tv fioccano in maniera copiosa e inarrestabile e quasi sempre sono interessanti e da vedere tutte d’un fiato anche se come “BorderTown” hanno 11 episodi al seguito. Il protagonista della serie che appassiona i fan di Millenium è Kari Sorjonen, un profiler della polizia di Helsinki che si occupa di crimini violenti. Come ogni buon poliziotto dedito al lavoro purtroppo trascura la famiglia. Quindi armi e bagagli e via verso una città più tranquilla dove poter recuperare il rapporto con la moglie e la figlia, mettendole di nuovo al primo posto. La cittadina è Lappeenranta, città al confine tra Finlandia e Russia; ma non è il luogo dover poter ricominciare senza avere problemi, perché qui spariscono delle giovani ragazze, con un traffico che arriva anche da San Pietroburgo. Dietro a tutto questo c’è una struttura ben organizzata le cui influenze arrivano fin dentro l’ufficio del sindaco.
Sorjonen è un profiler che riesce ad immedesimarsi nella scena del crimine e ricostruirne gli eventi. Ne abbiamo già visti in passato di personaggi di questo calibro, come con Will Graham in Hannibal o Sherlock Holmes. Sorjonen non si ricorda alcune cose importanti della sua vita, come la casa dove si è trasferito o accompagnare la moglie ad una visita medica.
A differenza dei più famosi sopracitati colleghi, Sorjonen non è uno sbruffone e nemmeno particolarmente arguto nelle risposte, nonostante le sue capacità. Il protagonista che si vedrà in Bordertown sarà un uomo che soffre per il lavoro per il quale è portato e che allo stesso tempo questo lo tiene lontano dalla propria famiglia.
Bordertown è la versione seriale del thriller scandivano che abbiamo apprezzato al cinema. Con le sue interpretazioni fredde, tra crimini efferati e investigazioni senza sosta, si rivela un racconto seducente, ma niente di nuovo anche se tutto è ben confezionato.
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