Questa sera su Sky Cinema Romance va in onda “L’Amore all’improvviso”, per la regia di Tom Hanks con Tom Hanks, Julia Roberts, Bryan Cranston, Cedric the Entertainer, Taraji P. Henson. In Italia al Box Office L’amore all’improvviso ha incassato 1,4 milioni di euro .
Larry Crowne lavora con passione e attenzione in un centro commerciale Umart. Viene però licenziato in tronco. Motivazione: non ha un titolo di studio superiore e quindi non potrà mai fare carriera. D’altronde, lasciato il suo lungo impegno in Marina, aveva subito avuto bisogno di lavorare e quindi non aveva potuto proseguire gli studi. Decide però di farlo ora pensando che non sia mai troppo tardi. Si iscrive a un corso di economia condotto dal giapponese professor Matsutani e a uno sulla capacità di parlare in pubblico tenuto dalla professoressa Mercedes Tainot che ha perso motivazioni nell’insegnamento anche a causa della sua precaria situazione coniugale. Larry fa subito amicizia con una giovane studentessa, Celestia, che lo introduce in un gruppo di irriducibili motociclisti e cerca di cambiarne il look un po’ troppo fuori moda.
È dal lontano 1996 (Music Graffiti) che Tom Hanks non dirigeva un film per il grande schermo. Torna a farlo ora scegliendo nuovamente se stesso come protagonista e facendosi affiancare nello scrivere la sceneggiatura da Nia Vardalos (a cui Hanks aveva prodotto Il mio grosso grasso matrimonio greco). Proprio qui sta il problema di un film che perde a un certo punto per strada le ottime premesse. Perché Hanks con quella faccia un po’ così e quell’espressione un po’ così (e con un Forrest Gump nel curriculum) è perfetto per interpretare il ruolo di Larry Crowne. Un addetto di supermarket coscienzioso che si vede messo alla porta per una filosofia aziendale assurda tanto quanto lo è il comportamento dei dirigenti nei suoi confronti. Il suo stupore meditabondo nei confronti di un mondo che va alla rovescia è di quelli che lasciano il segno (così come la scena del rifornimento alla stazione di servizio in cui comprende di non potersi più permettere l’auto). Lo stesso vale per il suo spaesamento nei primi giorni di college come per il rapporto che si instaura con la frizzante e materna Celestia (un’ottima Gugu Mbatha-Raw che il cinema farebbe bene a strappare alla televisione). Peccato però che progressivamente Vardalos, facendo leva sul personaggio della professoressa, spinga il pedale sull’acceleratore dei rapporti di coppia dimenticando ciò che era stato in precedenza suggerito. Così alla fine è lo spettatore che, al posto di Larry, comincia ad avvertire un certo disagio. Credeva di star assistendo a una commedia amarognola sul disagio multiplo dei nostri tempi e si ritrova di fronte a un film sentimentale. Costretto così a dare atto ai titolisti italiani (sempre pronti ad indirizzare il pubblico al di là del senso del titolo originale) che, in effetti, lo avevano avvisato.
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