Questa sera su 20 Mediaset va in onda “Repo Men”, per la regia di Miguel Sapochnik con Liev Schreiber, Jude Law, Forest Whitaker, Alice Braga, Liza Lapira, Carice van Houten.
Nel futuro prossimo, la multinazionale The Union fornisce l’impianto di infallibili organi meccanici per migliorare le prestazioni di vita a fronte di periodici versamenti di denaro. Ai clienti insolventi fanno visita i “repo men”, agenti autorizzati all’espianto immediato senza il minimo riguardo per la sopravvivenza dei corpi ospiti. In seguito ad un incidente sul lavoro, anche il miglior recuperatore in circolazione subisce l’installazione di un cuore artificiale, con la conseguenza di diventare in breve un bersaglio per il suo ex socio.
La storia non nuova raccontata nel romanzo “The Repossession Mambo” di Eric Garcia, da cui è tratta la sceneggiatura del film, si iscrive nel lungo novero di quelle che avanzano ipotesi sui sistemi di socialità di domani senza tralasciare la riflessione sull’oggi. Oltre ad essere un discreto esempio di fantascienza, anche l’esordio dietro alla macchina da presa di Miguel Sapochnik appare ugualmente puntato sul mondo attuale, sull’ossessione del denaro e sull’arrivismo che lo muove, visto come la causa dell’orrore di un futuro davvero prossimo. Al discorso centrale su una diffusa mancanza di umanità e alla costruzione di un meccanismo a suspense rivisto, ma tutto sommato efficace si somma l’insistita esplorazione dei corpi: l’efferata eppure sensuale sequenza del pre-finale tra Jude Law e Alice Braga, i continui dettagli delle asportazioni, i trapianti, le operazioni di fortuna. Tra la voce off del protagonista che ci guida in un paesaggio già follemente vicino e le interpretazioni di una buona squadra di attori, la pellicola non lesina azione, violenza e un certo numero di scene riuscite, specialmente nel primo terzo.
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