Una commedia dal sapore retrò che tanto piace ad un pubblico che ama i ricordi di “come eravamo” almeno sui sentimenti. Ancora per pochi giorni fino al 25 novembre la commedia “L’anno prossimo…alla stessa ora” di Bernard Slade, con la traduzione di Nino Marino e l’adattamento e la regia di Carlo Alighiero, è un esempio di pièce impeccabile con i suoi ritmi perfetti e il suo meccanismo dinamico e travolgente nel linguaggio, mai volgare e sempre di buon gusto anche se si parla di erotismo. Ed è proprio l’attrazione fatale quella che unisce i due personaggi di questa storia, un uomo e una donna che si incontrano casualmente e casualmente finiscono a letto, raccontandosi dai primi anni 50 fino a metà degli anni 70. I due si incontrano una sola volta l’anno, ma in quella volta sviscerano tutto il loro privato, fatto di consuetudini familiari, di obblighi nei confronti dei rispettivi coniugi e figli, ma la loro intimità è così forte da far sembrare l’adulterio un lungo e inesauribile amore, più della loro vita al di fuori delle quattro mura che ogni anno li accolgono. E’ questo il senso di una pièce che ha come punto di forza il sentimento che unisce due caratteri che vivono riflessi, uno nello specchio dell’altro. Entrambi si amano, si contrastano, si ostacolano, si separano, si riappacificano, come in una coppia standard con la differenza di vivere il tutto una volta l’anno. Il successo di questa edizione è Edy Angelillo e Blas Roca Rey, bravissimi nel dare vita a ruoli esuberanti, confusi ed estremamente vulnerabili alle contrarietà dell’esistenza. In sintonia perfetta i due attori, mostrano anche il cambiamento epocale attraverso il look e i risvolti socio-economici che li attraversano negli anni in cui si incontrano e, il più delle volte, gli scontri sono inevitabili per le divergenze di vedute e i diversi stati d’animo che sono parte integrante della loro quotidianità. Oltre agli attori a cui si deve il pregio di rendere spumeggiante una commedia che deve avvalersi di momenti ironici e a tratti malinconici, bisogna dare il giusto merito alla regia di Carlo Alighiero che con grazia e classicità rende al meglio una rappresentazione di tradizione che tanto piace ad un pubblico che ama la vita attraverso i suoi protagonisti. Da vedere.
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