Le novità drammaturgiche a volte fanno paura per l’accoglienza del pubblico e della critica. Nel caso di “Amici, Amori, Amanti”, ovvero “La verità”, c’è il coraggio di un regista come Enrico Maria Lamanna di scommettere su un testo di un drammaturgo francese tra i più rappresentati, Florian Zeller, che sta circuitando in diverse piazze internazionali per la forza del racconto scenico che prelude ad una ipocrisia che aleggia costantemente sulle nostre relazioni collaudate o non. In scena in questi giorni al Teatro Golden fino al 30 novembre, la pièce è una sferzata di energia che colpisce il pubblico per la veridicità dei suoi dialoghi e dei personaggi narrati. A dare vita ai 4 caratteri che si destreggiano tra la vita di coppia e quella della relazioni più intime inconfessabili sono Pino Quartullo, Eva Grimaldi, Daniela Poggi e Attilio Fontana, tutti in parte ed estremamente veri come l’esistenza che si pone a protagonista della messinscena con tutte le varianti del caso. Pino Quartullo è Michel, il marito e amante pasticcione, quello che pensa di essere bravo a nascondere la verità, ma è il più scoperto di tutti e agisce in maniera ingenua, non sapendo che gli altri hanno già tramato per lui. La menzogna regna sovrana, ma l’importante è saper mentire ad arte e non facendosi scoprire come un ingenuo scolaretto. I siparietti si susseguono come nella migliore tradizione di commedia francese e l’autore, ha il pregio di raccontare e raccontarci in presa diretta, senza filtri, con disarmante ironia, mettendoci di fronte a quello che siamo, senza sensi di colpa, ma con la consapevolezza che mentire è assolutamente necessario per sopravvivere nella giungla della vita. La regia di Enrico Maria La Manna è un buon supporto ad interpreti che sono ineccepibili nel loro muoversi sul palcoscenico. Eva Grimaldi perfetta nel ruolo di Alice, amante di Michel e Daniela Poggi in quello di Laurence, moglie elegante e un po’ algida che muove le fila di un rapporto ventennale con Michel, con un segreto che non svela e custodisce come una seconda verità. Attilio Fontana è Paul ed è perfettamente in linea con il suo ruolo di marito scricchiolante che ha un’altra vita di cui tutti ne sono a conoscenza tranne l’amico fedigrafo. Pino Quartullo trasferisce la sua energia nel ruolo che interpreta e ne evoca un ritratto ironico, spensierato e giocoso, come la natura del suo ruolo, sempre in bilico tra la verità e la bugia. Balletto finale della Compagnia da non perdere, una sorpresa che mette a tacere le bugie e i dissensi del vivere. Da vedere.
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