Questa sera su Rai 4 va in onda “Blindato”, per la regia di Nimród Antal con Matt Dillon, Jean Reno, Laurence Fishburne, Amaury Nolasco, Fred Ward, Milo Ventimiglia. Reduce della guerra in Iraq, Ty deve prendersi cura, dopo la morte dei genitori, del fratello minore che rischia di essergli sottratto dai servizi sociali. Ha trovato lavoro come guardia di sicurezza nel trasporto di valori su blindati grazie all’amico Mike ma la paga non è sufficiente per garantirgli un futuro con un tetto sopra la testa. Sarà proprio Mike a proporgli, sulla base di una situazione analoga accaduta in passato, di partecipare, insieme ad alcuni colleghi, alla rapina di un blindato a loro affidato. Ty non vuole rischiare di finire in prigione abbandonando il fratello al suo destino ma alla fine si fa tentare. Fino a che…
Nimród Antal è indubbiamente un regista che conosce i meccanismi che strutturano la tensione e sa come oliarli a dovere. Paga i debiti di riconoscenza a chi lo ha preceduto (due film per tutti Quel pomeriggio di un giorno da cani e Le iene ma poi procede con una sua visione precisa del contesto. È poco interessato a sviluppare le psicologie di tutti i personaggi (il Quinn di Jean Reno ad esempio resta privo di spessore) e preferisce concentrarsi su protagonista e antagonista (Ty e Mike interpretati da Columbus Short e Matt Dillon) per consentire loro di delineare non tanto il ‘come’ si svolge l’azione ma il ‘perché’. Se Mike è spinto solo dalla bramosia di denaro Ty ha sottopelle tutte le problematiche che colpiscono un reduce da una guerra (ancor peggio se ‘sporca’ come quella irachena). È ferito nell’animo e la crisi economica (non manca un riferimento alle banche che ti portano via la casa) sparge sale sulle ferite.
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