La guerra è finita di Michele Soavi | questa sera la prima puntata su Rai 1

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Questa sera va in onda una delle prime quattro puntate di “La guerra è finita” la storia di chi è sopravvissuto e ha trovato una nuova via per tornare alla vita normale, in cui c’è ancora speranza per il futuro, in cui nessuno dovrebbe più vivere l’incubo di una deportazione. La nuova fiction di Rai 1 diretta da Michele Soavi, creata da Sandro Petraglia prodotta da Palomar e Rai Fiction, è stata interamente girata nella provincia di Reggio Emilia e ricostruisce il trauma del dopoguerra di chi è riuscito a sopravvivere all’Olocausto e deve trovare il modo di tornare alla vita. “La guerra è finita” inizia poco dopo la Liberazione, nei mesi in cui i sopravvissuti alle deportazioni tornano a casa. Tra questi, naturalmente tanti non hanno più una famiglia purtroppo ad aspettarli. Bambini e adolescenti che hanno vissuto l’orrore da vicino dei campi di sterminio. Qualcuno c’è disposto ad aiutarli, adulti coraggiosi come Davide e Giulia che in un luogo improvvisato e privo di risorse, sullo sfondo di un’Italia provata, miserabile, ridotta in macerie provano a ridare speranza a ragazzi e bambini distrutti. Davide era lontano da casa quando sua moglie e suo figlio sono stati presi, messi sui treni e spariti nel nulla e questo non riesce a perdonarselo. Ha partecipato alla Resistenza, ma ora tutte le sue forze sono concentrate nella loro disperata ricerca. Giulia è figlia di un imprenditore che ha collaborato con i nazisti e da poco è stato arrestato. Le strade di Davide e di Giulia si incrociano per caso, quando si trovano alle prese con alcuni bambini e ragazzi, reduci dai campi, che non sanno dove andare, cosa fare. Aiutati da Ben, un ex ufficiale della Brigata Ebraica che ha rinunciato a rientrare in Palestina per dare una mano a quanti vorranno seguirlo nella nuova patria, Davide e Giulia occupano una tenuta agricola abbandonata dove, in una piccola scuola rurale, insegnava un tempo la giovane moglie di Davide. Qui, passo dopo passo, con pochissimi aiuti dall’esterno, bambini e ragazzi italiani e stranieri riscoprono il rispetto reciproco, la solidarietà, la voglia di giocare, studiare, lavorare, amare. E raccontare, quasi sommessamente, con dolore, la loro perduta umanità.nUn gruppo eterogeneo per età, provenienze ma unito dalla voglia di lasciarsi alle spalle l’incubo vissuto. Tra questi c’è Gabriel orfano già da prima della guerra, ed è riuscito a fuggire da un campo di concentramento per poi essere raccolto e salvato dai partigiani polacchi. C’è Miriam, che un tempo suonava il piano e ora non sa o non vuole più farlo. C’è
Sara che detesta il Paese che le ha portato via il padre, la madre e i suoi fratelli con le Leggi Razziali e non vede l’ora di andarsene in Palestina. Infine c’è Mattia, che non viene dai campi, ma è solo un ragazzo che dà una mano nella tenuta, nascondendo però un recente passato in cui è stato nelle milizie repubblichine, senza neanche sapere bene quello che faceva. Ci sono poi i bambini più piccoli, come Giovanni che non riesce più a parlare dopo le atrocità che ha visto e si limita a disegnare. E i piccolissimi, come Ninnina, quattro anni, che ha anche lei un numero tatuato sul braccio. Nello scorrere del racconto, ognuno va incontro ai propri fantasmi, alle proprie paure e desideri, che finalmente potranno cominciare a prendere corpo. E, nel giorno in cui la radio annuncia la sconfitta della monarchia e la nascita della nuova Italia repubblicana, Davide può finalmente rinunciare alle armi e riconciliarsi con sé stesso e il mondo. È un luminoso giorno del giugno 1946 quello in cui, per lui e per il Paese, la guerra sarà davvero finita. Michele Riondino è Davide, Isabella Ragonese è Giulia, Valerio Binasco è Ben, Andrea Bosca è Stefano Dall’Ara, Carmine Buschini è Mattia, Federico Cesari è Gabriel, Carolina Sala è Sara, Augusto Grillone è Giovannino, Sandra Ceccarelli è la mamma di Giulia.

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