Questa sera su 20 Mediaset va in onda “Codice Swordfish”, per la regia di Dominic Sena con John Travolta, Hugh Jackman, Halle Berry, Don Cheadle, Sam Shepard, Astrid Veillon. Al Box Office Usa Codice: Swordfish ha incassato 69,8 milioni di dollari. Travolta è Gabriel, un terrorista colto e affascinante, ricchissimo, che intende rubare alcuni miliardi di dollari da un fondo governativo, che gli serviranno, dice lui, a combattere il terrorismo del mondo, sempre più aggressivo. Dice “posso comprare tutte le testate atomiche che voglio a quaranta milioni di dollari”. Per il grande furto informatico ha bisogno del più bravo hacker del mondo, uno che viola un codice in 60 secondi quando gli altri ci mettono 60 minuti. Per ricattarlo gli fa balenare la possibilità di riprendersi la figlia, affidata alla pessima madre. Poi c’è l’FBI, il megasequestro su autobus portato via da un elicottero e il finale ultraprevisto: Gabriel forse si riciclerà. Se non fosse per l’imprevedibile e inquietante previsione sul terrorismo il film sarebbe il solito prodotto conosciuto. Da segnalare un Travolta ormai sempre più “carattere cattivo”. Era meglio prima. Un’ambiguità misteriosa (fuorilegge o agente segreto del governo USA?) avvolge l’attività criminosa di Gabriel Shear (J. Travolta) che si serve di un hacker (H. Jackman) per impossessarsi di pingui conti bancari. Scritto da Skip Woods e prodotto da Joel Silver, è un action movie che sfrutta fino in fondo la formula violenza + sesso, infischiandosi di qualsiasi logica narrativa (che non sia quella di un videogame) all’insegna di un patriottismo turpe che ormai a Hollywood è una parola d’ordine più che una moda. Proveniente dal cinema pubblicitario, D. Sena condisce il piatto con tocchi d’autore e vezzi formalistici. Il pescespada del titolo è una password.
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