Questa sera va in onda su Rai 4 “Underworld: La ribellione dei Lycans”, per la regia di Patrick Tatopoulos con Michael Sheen, Bill Nighy, Rhona Mitra, Steven MacKintosh, Kevin Grevioux, David Aston.
In Italia al Box Office Underworld: La ribellione dei Lycans ha incassato nelle prime 5 settimane di programmazione 1,2 milioni di euro e 488 mila euro nel primo weekend.
Un millennio prima degli scontri raccontati in Underworld e Underworld: Evolution ha origine l’eterna lotta tra vampiri e lupi mannari. La storia d’amore tra Sonja e Lucian, la furiosa opposizione del temibile Viktor e l’affermazione dell’autonomia dei licantropi dalla schiavitù impostagli dai vampiri sono ciò che poi porterà agli scontri più moderni.Nati quasi per caso come frutto di una particolare evoluzione e fioriti a partire dalla volontà dello stesso Viktor di avere una guardia personale che fosse più potente e controllabile dei semplici lupi, i licantropi acquistano autonomia guidati da Lucian, l’amante proibito di Sonja e il guerriero mitico che ha dato il via all’eterna lotta.Il sottotesto è shakespeariano al massimo: due amanti appartenenti a due casati opposti (addirittura a due razze opposte), la cui unione è talmente proibita da far rischiare loro la morte se venissero scoperti, lottano contro il potere (rappresentato dal padre della donna) per affermare il proprio amore eterno. Ci sono echi da Giulietta e Romeo, ma sono appunto solo echi. Sebbene la struttura dell’intreccio, cioè la causa scatenante la trama possa infatti essere quella, non si può dire lo stesso per i significati. La storia d’amore proibita non è usata come strumento di affermazione poetica contro la prosaicità politica ma come mcGuffin, cioè come pretesto narrativo per far scontrare buoni contro cattivi. È una storia d’amore proibito ma ai fini del film poteva essere qualsiasi altra cosa e poco sarebbe cambiato.La cosa sarebbe anche accettabile se il film riuscisse a evocare sul serio un altro mondo sotterraneo e affascinante, basato non sulla classica mitologia fantasy ma su quella horror. Un film con personaggi dell’orrore che non è dell’orrore ma è d’avventura, l’idea è stimolante ma vedendo il film si ha l’impressione che tutte queste costruzioni siano più nella mente di chi vede che in quella di chi fa il film.
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