Febbre da cavallo | questa sera su Rai 3

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Questa sera su Rai 3 va in onda “Febbre da cavallo”, per la regia di Steno con Enrico Montesano, Gigi Proietti, Catherine Spaak, Mario Carotenuto, Adolfo Celi, Fernando Cerulli.

Bruno Fioretti, detto Mandrake, si barcamena come attore e indossatore, mantenuto dalla barista Gabriella, di cui sperpera i guadagni puntando sulle corse di cavalli. I suoi sodali con il vizio del gioco sono Pomata e Felice, con i quali forma un trio di perdenti senza pari. C’era un tempo in cui il cinema portava a questo, in cui la commedia all’italiana era esempio irraggiungibile di intrattenimento senza che questo scadesse nella volgarità gratuita. Steno, maestro nell’abilità di mescolare registro popolare e graffi da intellettuale già con Totò, fotografa alla perfezione i vizi innocui dell’Italietta della seconda metà dei ’70. Il cinismo corrosivo di Risi, l’umiliante classismo di Salce e l’arte dello sfottò di Monicelli lasciano posto a una comicità meno aggressiva, umana e umanista, che mira innanzitutto a stemperare gli animi. Senza spingere sul pedale del triviale e con un velo di satira, lasciando che a condurre sia un dinamico duo mai più così in palla: Gigi “Mandrake” Proietti e Enrico “Pomata” Montesano sono due facce della stessa romanità squattrinata e nullafacente, perdente ma mai doma, sorretta da espedienti e sense of humour. Attorno ai due ruota un microcosmo sommerso di volti patibolari o pittoreschi, il popolo delle sale da gioco, che si affida alla scaramanzia più vetusta e presume una expertise su cavalli e cavalieri puntualmente smentita dai fatti. I gag dello spot di Proietti o del processo, con Adolfo Celi nei panni del giudice, appartengono alla storia della risata, impervi al trascorrere del tempo. I tentativi di imitazione e addirittura di revival-sequel non sono mancati, ma nessuno ha saputo riprodurre la magica combinazione di Febbre da cavallo, ignorato all’epoca della sua uscita in sala e trasformato dai passaggi televisivi in cult inattaccabile. Da vedere e rivedere, senza mai stancarsi.

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