Questa sera va in onda su Rai 4 “Resident Evil – The Final Chapter”, per la regia di Paul W.S. Anderson con Milla Jovovich, Ali Larter, Shawn Roberts, Ruby Rose, Eoin Macken, Fraser James. In Italia al Box Office Resident Evil: The Final Chapter ha incassato 3,5 milioni di euro. Alice è stata tradita ed è rimasta sola a combattere eserciti di non morti per cercare di salvare quelle poche sacche di resistenza umana che ancora popolano il pianeta. Ormai però la fine appare vicina, presto non resterà traccia di vita alcuna. Ma ecco che la Regina Rossa, che le dà la caccia da sempre, l’avverte dell’esistenza di un antidoto, in grado di rimettere in sesto ogni cosa. Alice parte quindi alla volta del luogo da dove è fuggita, Racoon City, il ventre dell’Alveare, per la sua ultima e definitiva missione. Su un terreno lontano e differente, Paul W. S. Anderson compie la sua sfacciata “reductio ad unum” attorno al personaggio di Alice, interpretato dalla moglie Milla Jovovic, tirando fili che affondano in punti distanti e annodandoli insieme in barba al concetto di credibilità e probabilmente anche alle regole base della narrazione, ma ottenendo a suo modo una sintesi efficace, che mette davvero la parola fine ad una saga che è arrivata al sesto film senza mai perdere il suo pubblico, e che chiude i battenti, molto probabilmente, soltanto per cause di forza maggiore, come la sopraggiunta età della protagonista assoluta. Tutto torna e non torna un bel niente, in questo capitolo finale, che quasi si costruisce da sé, come affidato alle mani di un giocatore esperto, che ormai sa come passare i livelli, scansare le trappole, nascondere le armi. Si torna su un luogo noto, con alcuni personaggi noti e un senso di nostalgia incombente, che il film incastona tra due estremi emblematici, col personaggio di Alice che arriva da non si sa bene dove e verso quell’ignoto riparte, solitaria come un eroe del vecchio west. Ci ha messo sei film per scoprire chi è, e la risposta che ha ricevuto non è propriamente di quelle che fanno felici – chissà, forse Anderson e compagni l’hanno estratta dal cilindro solo pochi mesi fa – però è, a suo modo, una risposta di grande coerenza, che di nuovo riduce all’unità forma e contenuto della serie intera, ridandole un’anima (o togliendogliela, a seconda della prospettiva).
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.