Questa sera su Rai 1 va in onda in prima serata “La stagione della caccia”, film tratto dall’omonimo romanzo di Andrea Camilleri, con la regia di Roan Johnson, alla sua prima esperienza con la traduzione in immagini della prosa di Camilleri.
Per Carlo Degli Esposti che, insieme a Nicola Serra e con Max Gusberti firma una produzione targata Palomar in collaborazione con Rai Fiction, l’obiettivo è di “almeno un titolo all’anno, potendo anche due”. Fra il dire e il fare c’è di mezzo l’autorizzazione di Camilleri che è molto attento a dare il via libera alla trasposizione dei suoi titoli storici. Il plot de “La stagione della caccia” intreccia, nella Sicilia immaginaria ma non troppo di Camilleri, a fine 800, la decadenza della nobiltà all’emergere di figure borghesi; oppure, su un altro piano, l’ossessione per il patriarcato con la fuga, anche nella morte, o il riscatto, anche nella solitudine, della condizione femminile; o ancora, un piccolo torto con una grande vendetta. Il tutto con una pioggia di morti ammazzati, o forse no, un impianto da tragedia con toni e coloriture da commedia e uno strizzar d’occhi al feuilleton, fatti salvi finale e complessità dei personaggi.
Il film tv ‘La stagione della caccia’ inizia con l’arrivo a Vigata del farmacista Alfonso La Matina detto Fofò, figlio di Santo La Matina, medico ed esperto di erbe curative, barbaramente ucciso anni prima.L’uomo coltivava piante e frutti ‘miracolosamente’ curativi in un giardino segreto, a servizio e per conto del marchese Peluso. Alfonso apre una farmacia e riporta nel paese le erbe frutto degli studi del padre. Con il ritorno del protagonista, però, iniziano una serie di morti misteriose tra i componenti della famiglia dei nobili Peluso.
Nel cast Miriam Dalmazio (la marchesina ‘Ntontò), Tommaso Ragno (Don Totò Peluso), Ninni Bruschetta (padre Macaluso), Giorgio Marchesi (il gendarme Emiliano Saint Vincent), Alessio Vassallo (Nenè Impiduglia) e con la partecipazione di Donatella Finocchiaro (Donna Matilde).
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