Questa sera su Italia 1 va in onda “Twister”, per la regia di Jan De Bont con Jami Gertz, Bill Paxton, Helen Hunt, Cary Elwes, Philip Seymour Hoffman, Lois Smith.

Il film ha ottenuto 2 candidature a Premi Oscar, Al Box Office Usa Twister ha incassato  237 milioni di dollari. Le vicende di un gruppo di tecnici specialisti in uragani. Li cercano, li studiano, li combattono. C’è anche un gruppo antagonista che ha la peggio. Effetti speciali, insomma quasi tutto ciò che fa cinema catastrofe. Ma già visto.  Due coniugi alla vigilia del divorzio, entrambi stormchaser (cacciatori di uragani), si rimettono insieme per inseguire un Twister (sinonimo americano dello spagnolesco tornado, tempesta a vortice di terrificante potenza distruttiva) che devasta le pianure dell’Iowa e dell’Oklahoma. È soltanto in parte vero che il protagonista di questo film catastrofico Amblin-Warner siano gli effetti speciali. C’è anche la natura selvaggia, ostile e incontrollabile che può incutere spavento e angoscia: nelle praterie del Midwest i tornado sono in media un centinaio all’anno, di varia intensità. Con l’apporto dei tecnici delle ILM, degli sceneggiatori Michael Crichton e Anne-Marie Martin, sua moglie, e di Kathleen Kennedy, produttrice di E.T. e Jurassic Park, l’olandese de Bont è riuscito a fare del tornado, furiosa incarnazione del vento, un personaggio. È anche un film sul lavoro umano, sulla rischiosa professione degli stormchaser, le due squadre di scienziati e tecnici che inseguono e studiano il fenomeno per carpirne i segreti e potere così prevederli. La sua dimensione fantastica e mitica non è trascurabile. Appena accennata la constatazione che il nostro pianeta è climaticamente malato e squilibrato per colpa di chi lo abita.

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