Questa sera su Rai Movie va in onda “Sogno di una notte di mezza età”, per la regia di Daniel Auteuil con Sandrine Kiberlain, Adriana Ugarte, Gérard Depardieu, Daniel Auteuil. In Italia al Box Office Sogno di una notte di mezza età ha incassato 202 mila euro.
Daniel ha una moglie esigente, un amico ingombrante e tanta, troppa immaginazione. A stimolarla è la nuova fidanzata di Patrick che a settant’anni suonati ha piantato la moglie e vive una nuova e sconsiderata giovinezza. Perché Emma ha la metà dei suoi anni, un sorriso che incanta e una bellezza che stordisce. Dopo aver a lungo insistito per una cena tra coppie, Patrick convince Daniel a convincere Isabelle, la consorte affatto entusiasta, di invitarlo a casa loro per introdurre la sua Emma. Piena di esuberanza e ardore iberico, Emma accende le fantasie di Daniel.Tra champagne e cioccolata, tra sogno e realtà, Daniel farà la sua scelta. È tutta qui la promessa di Sogno di una notte di mezza età, in cui il protagonista convince a stento la moglie a ricevere il loro migliore amico che ha lasciato la consorte per gli occhi belli di una bomba spagnola. Promessa mantenuta da una commedia da camera che enfatizza i sottintesi: la padrona di casa finge di trovare charmante la nuova venuta che considera invero una decerebrata, il padrone di casa invidia segretamente l’amico di sempre per aver osato osare tanto. Testa o orecchie fondono sotto le repliche rapidissime, i pensieri espressi ad alta voce e quelli solo pensati si sovrappongono spalancando un abisso dove gli attori navigano a piacere e con piacere.Ode (beffarda) alla coniugalità felice, almeno nella versione francese (Amoureux de ma femme) improntata sul titolo di una canzone sessista di Richard Anthony, Sogno di una notte di mezza età si muove su tre dimensioni: gli “on”, gli “off” e gli accomodamenti di ciascun personaggio con la verità. Daniel Auteuil invita a cena il suo migliore amico (Gérard Depardieu) e applica al cinema la tecnica già impiegata dal teatro di Molière (aparté: quando l’attore è inteso solo dallo spettatore), creando una forte complicità col pubblico.
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