Questa sera su Rai 4 va in onda “Il Negoziatore”, per la regia di F. Gary Gray con Samuel L. Jackson, J.T. Walsh, Kevin Spacey, David Morse, Ron Rifkin, Tom Bower. Al Box Office Usa Il negoziatore ha incassato nelle prime 5 settimane di programmazione 41 milioni di dollari e 13,1 milioni di dollari nel primo weekend.
Jackson nella parte di un negoziatore, cioè il poliziotto psicologo specialista nel dialogare con criminali, per lo più sequestratori, in situazioni difficili. L’uomo viene incastrato da colleghi corrotti (gli viene attribuito un cospicuo conto estero).
Sequestra un pezzo grosso della polizia, dunque ribalta il suo ruolo, e con l’aiuto di un collega negoziatore riesce a dimostrare la propria innocenza. Suggestivo, corretto, ma niente di graffiante. Anche perché alla base del plot non c’è un romanzo di Clancy, Ellroy o Grisham, purtroppo, ma una “semplice” sceneggiatura originale.
Così il coniglio dal cappello è sempre un file, oppure una registrazione casuale. Troppo facile. In questa sede viene molto apprezzata la citazione di Shane, Il cavaliere della valle solitaria, ma non è sufficiente per le quattro stelle di un L.A. Confidential, per esempio. Danny Roman (Jackson), poliziotto di Chicago e asso nelle trattative per liberare ostaggi, è incastrato dall’alto in un complotto.
Per dimostrare la sua innocenza sequestra il capo degli Affari Interni (Walsh) e alcuni suoi collaboratori, barricandosi negli uffici del Distretto e chiedendo che a trattare la loro liberazione sia l’esperto collega Chris Sabian (Spacey). Sono in tanti a non volere che l’assedio si risolva in modo incruento. Scritto in modo ammirevole da James DeMonaco e Kevin Fox, è un thriller di taglio realistico che, pur macchinoso, coniuga per più di due ore una suspense senza falle con un asciutto disegno dei personaggi.
Se il tema della corruzione nella polizia non è nuovo, è inedita la figura del negoziatore di cui il film descrive metodi e tecniche. A un intenso Jackson si affianca un eccellente Spacey che, pur entrando in scena 45′ dopo l’inizio, rischia di rubargli il primo posto.
Girato in esterni a Chicago e Los Angeles e dedicato alla memoria del caratterista J.T. Walsh (Good Morning, Vietnam; Nixon; Baby Sitter).
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