Questa sera su Paramount Picture va in onda “Se solo fosse vero”, per la regia di Mark Waters con Reese Witherspoon, Mark Ruffalo, Donal Logue, Dina Spybey-Waters, Ben Shenkman. In Italia al Box Office Se solo fosse vero ha incassato nelle prime 7 settimane di programmazione 1,6 milioni di euro e 517 mila euro nel primo weekend.
David, che crea giardini per mestiere, affitta un appartamento nel centro di San Francisco. Una sera, dopo l’ennesima birra, si materializza nel suo salotto una giovane donna, Elizabeth, che reclama la proprietà della casa e di ogni singolo oggetto che l’adorna. Improvvisamente, così come è apparsa la ragazza svanisce, per tornare subito dopo a tormentare David e la sua discutibile condotta casalinga. Superato lo sconcerto iniziale e convintosi della sua sanità mentale, David dà ‘vita’ a una curiosa convivenza tra il fisico e il metafisico con Elizabeth, finendo irrimediabilmente per innamorarsene. Ma perché il loro amore si ‘concretizzi’, letteralmente, David dovrà scoprire la ragione dello stato di sospensione di Elizabeth tra questa e un’altra vita e convincerla a materializzarsi trattenendola per sempre.
Tratto dal successo editoriale dell’esordiente francese Marc Levy, la commedia sentimentale di Mark Waters riesce nella pure ardua impresa di far rimpiangere il Ghost di Patrick Swayze. A cui rimandiamo fosse anche per il coraggio di andare fino in fondo, senza concessioni allo spettatore, che assisteva mesto e straziato alla separazione dei due amanti. Questa volta Hollywood ci solleva dal peso greve della rielaborazione del lutto, che era in fondo l’interessante implicazione drammaturgica di Ghost, rimandandoci a un finale rosa e stucchevole dove naturalmente l’amore trionfa sulla morte. Nell’immaterialità letterale del film, perfidamente funzionale al film, a essere reale è il talento dei due protagonisti: il premio Oscar Reese Witherspoon, che pare trovarsi a suo agio in personaggi che camminano on the line, e Mark Ruffalo, attore drammatico che già in Vizi di famiglia aveva mostrato la sua versatilità e la congenialità alla commedia.
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