Questa sera su Rai 2 va in onda “Miami Beach”, per la regia di Carlo Vanzina con Ricky Memphis, Max Tortora, Paola Minaccioni, Vittorio Emanuele Propizio, Giampaolo Morelli.
In Italia al Box Office Miami Beach ha incassato nelle prime 2 settimane di programmazione 754 mila euro e 486 mila euro nel primo weekend.
Le peripezie di tre adolescenti e dei loro genitori si intrecciano nella cornice di Miami. La diciassettenne Giulia fugge in Florida con le sue amiche per partecipare a un noto festival di musica elettronica. Qui si invaghisce di Filippo, immobiliarista seducente, mentre il padre si mette sulle sue tracce assistito da Bobo, studente fuoricorso squattrinato e perdigiorno. Intanto la relazione tra Luca e Valentina, entrambi neo iscritti all’università, si avvicenda a quella tra il padre di lui, espansivo commerciante romano, e la madre di lei, milanese altezzosa. Il bagaglio di valori dei rampolli è però ambiguo o compromesso. Questi ultimi si vantano di frequentare ambienti esclusivi, sono ossessionati dal loro status (reale o virtuale), ostentano un’affettazione da zerbini, complice una sceneggiatura fuori dal tempo, con cui esprimono un orizzonte culturale miserrimo: “sembra di stare in uno di quei film con Ben Stiller e Cameron Diaz“, dirà della meta balneare uno dei giovani protagonisti ammiccando senza effetto ai fratelli Farrelly. Miami Beach come Ibiza o Sharm el-Sheikh (prima dell’allarme terrorismo), ad arricchire il cine-dépliant di location in cui ad essere esotici sono, come sempre, gli italiani.
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