Questa sera su Rai Movie va in onda “In nome di mia figlia”, per la regia di Vincent Garenq con Daniel Auteuil, Sebastian Koch, Marie-Josée Croze, Christelle Cornil, Lila-Rose Gilberti. In Italia al Box Office In nome di mia figlia ha incassato nelle prime 3 settimane di programmazione 216 mila euro e 70,2 mila euro nel primo weekend.
Il 10 luglio 1982 André Bamberski riceve una telefonata in cui la ex moglie gli comunica la morte della figlia quattordicenne Kalinka. La ragazza stava trascorrendo le vacanze in Germania con la madre e il patrigno, il dottor Dieter Krombach. In breve tempo, grazie anche a un referto autoptico che lascia più di un dubbio, Bamberski si convince che il medico abbia delle gravi responsabilità nel decesso. Da quel momento ha inizio una battaglia che lo vedrà utilizzare tutti i mezzi, legali e non, per dimostrare la sua tesi.
Vincent Garenq, del quale è arrivato sui nostri schermi solo il film d’esordio, dalla sua opera seconda si è dedicato a casi giudiziari in cui il singolo si è trovato contro la macchina della giustizia d’Oltralpe. Questo ha fatto sì che le sue opere suscitassero un certo interesse in Patria ma non valicassero il confine di Ventimiglia. Il suo ultimo lavoro si apre a uno sguardo più ampio divenendo così più fruibile anche per i non francesi nonostante un elemento di base che ne limita le potenzialità. Quest’ultimo è costituito dal fatto che in Francia il caso è noto, come si può verificare anche consultando Internet. Accade così che la sceneggiatura non possa giocare più di tanto sull’elemento di ambiguità e di ossessività che potrebbe maggiormente caratterizzare il protagonista. Daniel Auteuil era l’attore giusto per muoversi su questo registro avendo riacceso negli occhi quei lampi che avevano caratterizzato il suo personaggio in L’avversario. Lo spettatore avrebbe dovuto avere un margine di tempo più ampio per chiedersi se nella sua ostinata ricerca della ‘verità’ dominasse il bisogno di rendere giustizia alla figlia o invece piuttosto il desiderio di vendetta nei confronti di chi gli aveva sottratto la moglie (si veda in proposito la scena dell’accertamento di adulterio). Nel mezzo si trova un padre deciso a non mollare e una madre che non può neanche lontanamente pensare che il suo nuovo compagno si sia macchiato di un crimine così grave.
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