Questa sera su Italia 1 va in onda “Così è la vita”, per la regia di Giacomo Poretti, Massimo Venier con Carlina Torta, Antonio Catania, Aldo Baglio, Giovanni Storti, Marina Massironi.
Dopo lo straordinario successo di Tre uomini e una gamba i tre comici milanesi erano attesi al varco. Hanno superato la prova anche se, appena sicuri di sé, hanno mostrato il loro lato malinconico. Ancora un prologo parodistico/citazionista (questa volta ad essere preso di mira è il filone penitenziario/evasione) e poi tre personaggi che vengono descritti nel loro ambiente d’origine (un detenuto esperto in furti, un progettista di giocattoli, un poliziotto) e si ritrovano insieme coinvolti in un sequestro non premeditato e in una vicenda on the road che ha come capolinea l’aldilà. I tre sono bravi nel reggere una vicenda che li ha visti affiancati, in fase di sceneggiatura, da Gino e Michele, Giorgio Gherarducci e Graziano Ferrari. Rispetto al film precedente si ride meno fragorosamente ma alcune gag sono davvero doc. Soprannominato Bancomat per le sue imprese di falsificatore di carte di credito, Aldo sequestra in auto a Milano prima Giacomo, poliziotto di debole professionalità, e poi Giovanni, sfigato inventore di giocattoli. I tre se ne vanno in giro per mezza Italia (i monti dell’Abruzzo, in realtà), prima braccati dalla polizia e poi creduti morti. Diventano amici fino all’epilogo a sorpresa in chiave surrealista. Costato incredibilmente 11 miliardi di lire di cui 5 per il lancio in 400 copie (secondo Paolo Guerra che l’ha prodotto per la Medusa) dopo l’inatteso successo di Tre uomini e una gamba è forse l’unico film al mondo scritto da 5 sceneggiatori (+ altri tre) che firmano con il solo nome di battesimo: con il trio cabarettistico (nato nel 1991) hanno collaborato Gino & Michele (Vignali & Mozzati). Tra parolacce e citazioni cinefiliache, con un’allegra decostruzione narrativa, rumorosamente appoggiata dal gruppo rock Negrita, questa storia di una triplice evasione conferma una tesi: se nella TV dell’Italia negli anni ’90 si fa spesso del cattivo cinema, nel cinema si fa talvolta della discreta televisione. Dispersivo nell’avvio e sfilacciato verso la fine, non mai becero né qualunquista, di intelligenza frizzante. Campione d’incassi nella stagione 1998-99 con più di 60 miliardi.
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