Questa sera su Rai Movie va in onda il film di Simona Izzo dal titoloLasciami per sempre.
Il film ha il pregio di piacere nel suo caos di parole e azioni, perché la vita che scorre nelle immagini in movimento fanno parte della nostra esistenza. L’umanità è in continuo movimento, ma non per questo si evolve.
Simona Izzo fotografa la realtà con una veridicità sconcertante in “Lasciami per sempre”, facendoci apparire con tanti problemi apparenti e nascosti. La storia verte tutta su Viola, la splendida e brava Barbora Bobulova, una creatrice di profumi divorziata che è legata ad un sensibile musicista interpretato da Max Gazzè.
Lei ama i rischi e decide per il compleanno dei 20 anni del figlio Lorenzo di invitare la famiglia allargata, composta da due sorelle, il padre, due ex mariti e parenti e vicini assortiti per l’occasione. Ogni personaggio ha però la caratteristica di essere tuonante, debordante e con problemi da risolvere. Così il padre che ha tentato il suicidio perché fallito come imprenditore, ma anche come uomo, è largo di complimenti con tutte le figlie, facendole credere migliori di quello che sono, poi c’è Aida (una eccezionale Valentina Cervi) intellettuale e cuoca sopraffina, che è in crisi con la compagna perché vuole un figlio da lei, Pietro l’ex marito di Carmen, ginecologo maniaco sentimentale, Carmen, una bipolare, sempre presa da una crisi di nervi, l’ex marito di Viola, eterno Peter pan, navigatore solitario. Insomma ce n’è per tutti i gusti e tutte le età, perché Simona Izzo non si fa mancare niente, ma in questo tanto ci ritroviamo alla perfezione, grazie anche agli interpreti che pur nella caoticità dei contenuti trattati, riescono ad essere in parte senza sbavature.
Le parole corrono veloci e le immagini si sovrappongo come a comporre un puzzle. Certo i riferimenti al cinema d’autore non mancano, i parenti serpenti ci sono riveduti e corretti, ma ci sono anche le debolezze di essere donna e uomo allo stesso tempo, della crescita che non riguarda solo i giovani ventenni, ma anche i giovani adulti, quelli che hanno paura di amare o di perdere l’amore. Simona Izzo ci ha regalato dopo dieci anni di pausa, un bel film, pieno di calore, con begli interni, begli attori e una fotografia bellissima che mette in risalto gli stati d’animo dei personaggi e i loro turbamenti. Immagini curate e non stereotipate, che lasciano anche vedere qualche ruga in più che oggi è un valore aggiunto in tanta esteriorità. Bravissimo Max Gazzè che riesce ad essere sé stesso anche nel personaggio, donando quella morbidezza che tanto piace in un uomo. Maurizio Casagrande arricchisce il ruolo di Pietro con la generosa attorialità, mettendo a punto i tic e le manie del suo essere uomo. Grande sorpresa Veruska Rossi, una convincente prova d’attrice che riesce a tenere testa a delle veterane come la Bobulova e Valentina Cervi, estremamente imprevedibile e spassosissima nel regalare una donna che è confusa dal passato, dal presente e dal futuro. Mariano Rigillo è poi l’interprete di classe che fa la differenza, come in questo caso donando al film un carattere straordinario di padre che cresce con enorme difficoltà, nostalgicamente ancorato al passato.
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